Crisi idriche ricorrenti e ruolo delle acque sotterranee.
Ormai con matematica precisione in giugno esplode il caso “siccità” in Italia.
Già cinque anni fa l’Associazione Italiana degli Idrogeologi aveva sottolineato che la più consistente risorsa idrica del territorio italiano era costituita dalle acque sotterranee.
Secondo i dati Istat del 2019, le acque sotterranee garantiscono l’84% del fabbisogno idropotabile (48% da pozzi e 36% da sorgenti), oltre a coprire una parte significativa delle esigenze agricole e industriali.
Pur risentendo della diminuzione delle piogge, la risorsa idrica sotterranea nazionale si rinnova annualmente per circa 50 miliardi di metri cubi, valore paragonabile all’acqua invasata in media nel Lago di Garda e a quella che mediamente il fiume Po scarica in Adriatico in un anno.
A questa risorsa si aggiungono riserve profonde non completamente rinnovabili di volume ancora maggiore, nascoste nel sottosuolo delle nostre pianure e delle nostre montagne. L’Italia, in virtù delle caratteristiche idrogeologiche del territorio, possiede quindi un’abbondanza tale di acque sotterranee da rappresentare una risorsa economica inestimabile, anche per la sua ottima qualità naturale, rispetto a quella di corsi d’acqua e laghi, naturali e artificiali,
Non a caso la Giornata Mondiale dell’Acqua 2022 è stata dedicata alle acque sotterranee, da ritenersi una risorsa per la gestione di crisi idriche, non meno importante di quelle superficiali.
Sull’argomento interviene il Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi – IAH Italy evidenziando come “sia logico confermare che l’ottimizzazione dei fabbisogni e consumi idrici nazionali debba prioritariamente passare anche da un’attenta valutazione e un consapevole utilizzo delle acque sotterranee, oltre che da una corretta politica di risparmio idrico. Gli idrogeologi possiedono e già mettono continuamente a disposizione gli strumenti tecnici e conoscitivi, anche innovativi, per individuare modalità di gestione efficaci e garantire l’uso sostenibile di questa risorsa, in grado, per sua natura, di mitigare i problemi contingenti creati dalla siccità e di far fronte – entro certi limiti – agli effetti dei cambiamenti climatici”.
Condizioni favorevoli che consentono, quindi, di impostare un approccio culturale e operativo moderno, come auspicato dal “Green Deal” e dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), consentendo di adottare pratiche rispettose dell’ambiente anche in fase di emergenza, e a contrastare in maniera efficace anche le (ad oggi) ingiustificate preoccupazioni sull’approvvigionamento energetico da fonti idroelettriche.
“Le amministrazioni pubbliche sono dunque chiamate a programmare scientificamente la gestione quantitativa delle risorse idriche – prosegue l’IAH Italy – con particolare riferimento a quelle sotterranee, e pensare per tempo alla razionalizzazione del loro utilizzo: esso deve garantire prioritariamente i fabbisogni idropotabili ma, se debitamente regolamentato, può anche essere di valido supporto alle attività produttive”.
Le acque sotterranee, infatti, risultano immediatamente disponibili in molti contesti, e offrono soluzioni durature nel tempo e meno dipendenti, rispetto alle acque superficiali, dalle crisi idriche, a condizione che siano valutate attentamente le potenzialità degli acquiferi e monitorati costantemente gli effetti dei prelievi. Ciò non elimina la necessità di adattamento e mitigazione degli effetti delle variazioni climatiche, ma contribuisce alla ottimizzazione della gestione della risorsa superficiale e di situazioni emergenziali.
Sullo stesso concetto di sinergia si sofferma il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo, che rilancia la necessità di istituire un’Agenzia Nazionale per il Governo della Risorsa, in grado di eliminare la frammentarietà della governance e restituire una regia unica per una pianificazione a lungo e medio termine, comprensiva di misure non strutturali e strutturali come i piccoli invasi montani “da realizzare in maniera diffusa, al fine di contribuire alla ricarica artificiale delle falde idriche, acclarato che quella naturale è compromessa dalla diversa distribuzione spaziale delle precipitazioni causata dai cambiamenti climatici in corso”.
“Bisogna utilizzare le risorse idriche sotterranee nei momenti di necessità – osserva ancora il Presidente Violo – ma per far ciò risulta necessario e non più procrastinabile integrare i sistemi di distribuzione delle acque da captazione superficiale con quelle sotterranee, in modo da pervenire ad una gestione adattiva della risorsa idrica e quindi mitigare il problema della siccità guardando alle interazioni acqua-suolo sotto i suoi vari aspetti ed interferenze”.
Il Consiglio Nazionale dei Geologi e IAH Italy invitano quindi tutti i soggetti coinvolti, tecnici e politici, istituzionali e privati, a riconsiderare il ruolo centrale delle acque sotterranee, dei piccoli invasi montani e della professionalità degli idrogeologi nella programmazione di interventi a breve e lungo termine, in modo da garantire rapidamente la formulazione di risposte efficaci ed economicamente vantaggiose, come richiesto anche dalle organizzazioni europee e mondiali, alle crisi idriche e alle tendenze climatiche che inevitabilmente continueranno ad interessare il nostro Paese.