Un rigore del capitano romanista, alla duecentesima presenza in Serie A, permette a Mourinho di espugnare Marassi
L’abbraccio di Mourinho a Stankovic, Ferrero che torna a Marassi e scappa dopo la contestazione, Pellegrini che segna nella sua duecentesima presenza in giallorosso: c’è tanta narrativa nel posticipo della decima giornata di Serie A che regala tre punti d’oro alla Roma e un altro k.o. alla Samp. Nella cornice di un Ferraris depresso dall’attuale stagione i padroni di casa non riescono a rendersi mai pericolosi regalando agli avversari l’inerzia della gara per tutta la sua durata.
Mourinho conferma le due punte (Abraham-Belotti), lascia fuori Zaniolo, rilancia El Shaarawy a sinistra e offre la chance dal via a Camara, per la prima volta titolare da quando è alla Roma. Gli ospiti passano quasi subito, dopo appena 9’ di gioco, con un rigore di Pellegrini concesso per un fallo ingenuo di Ferrari di mano. Sembra il preludio per una partita in discesa ed invece la squadra di Mourinho non trova mai il modo di fare davvero male. Camara ci mette un po’ di energia, ma stenta nella qualità, e davanti di palloni giocabili ne arrivano davvero pochi.
Dall’altra parte, invece, regna la confusione, con Villar che gioca tanti palloni ma sempre in modo scolastico e Djuricic e Gabbiadini che non riescono a supportare nel modo giusto Caputo. Nella ripresa Stankovic cerca un po’ più di qualità inserendo subito Pussetto e Murru e poco dopo anche Quagliarella e Verre. L’ex Inter viene ammonito per le proteste su un fallo di mano di El Shaarawy (fuori dall’area), Pellegrini reclama un altro rigore e litiga con Audero e Verre entra durissimo su Cristante, rischiando anche il rosso. Anche Mou corre ai ripari con Matic e Zaniolo, che calcia subito su Audero (poco prima bravo anche su Belotti). Poi Zaniolo prima sfiora il 2-0, poi lo segna in pieno recupero, ma il gol viene annullato per fuorigioco. Finisce così, il risultato non cambia più.
Dichiarazioni di Mourinho nel post partita:
Che bilancio fa di questi 90 minuti?
“Prima di tutto, è una vittoria importantissima, e penso anche meritata. Sono molto, molto felice anche di aver capito che la prossima stagione torneremo qui per affrontare una squadra che mi piace tanto, guidata da un allenatore che è un fratello minore: una squadra che gioca come loro, che lotta come loro, unita, con intensità, è una squadra che non scenderà in B. Sono molto fiducioso. Per questa ragione, do un abbraccio speciale a un ragazzo speciale (Stankovic, ndr).
Per quanto riguarda noi, è un successo importantissimo: abbiamo già giocato tante partite, l’ultima giovedì scorso. Abbiamo avuto degli infortuni, ma abbiamo anima, cuore, organizzazione. Abbiamo fatto una partita di grande intelligenza.
Magari qualcuno la penserà diversamente, ma siamo abituati: abbiamo giocato contro l’Inter e abbiamo vinto perché “erano scarsi” e poi l’Inter ha pareggiato al Camp Nou con il Barcellona; abbiamo perso con l’Atalanta, un’Atalanta cinica, che ha fatto un tiro in porta. È dura dare credito a chi lavora in questa casa… però, con tutti i problemi che abbiamo, con tutti i limiti che abbiamo, facciamo il nostro campionato nel modo migliore possibile. E in questo caso, penso che sia stata una vittoria meritata.
Magari con meno sofferenza. Perché sapevo che entrando negli ultimi venti minuti, Nicolò sarebbe stato devastante. Ed è stato così. È mancato solo il gol del 2-0 per chiudere la partita. Ma gli ultimi venti minuti di gara sono stati assolutamente sotto il nostro controllo. Vittoria meritata, per me”.
Siete a meno 1 dal Milan e domenica incontrate il Napoli: se avesse di fronte Luciano Spalletti, cosa gli direbbe?
“Ci vediamo domenica, ti auguro una buona settimana”.
Abraham con Belotti è una strada che potete percorrere.
“Però mi ha soddisfatto tanto Nicolò: è entrato benissimo in partita, fisicamente devastante. Per dei difensori stanchi è stato impossibile acciuffare un Nicolò fresco. Però sia lui che Belotti hanno avuto tra i piedi la palla del 2-0, che avrebbe chiuso la gara. Ma la squadra è stata solida, organizzata, concentrata: non ha commesso errori in fase difensiva. È un 1-0 dove Rui Patricio non ha fatto una parata”.
Abbiamo notato che il taccuino dove annotava le cose che non le piacevano non sembrava tanto pieno.
“Non ci sono delle cose che non mi piacciono ma anche delle cose delle quali parlare nel corso dell’intervallo. Ci sono dei dettagli durante la partita, anche delle cose che abbiamo fatto bene. Se un giorno vieni dopo la partita, te lo regalo (il mister ride, ndr)”.
Abbiamo visto un bellissimo abbraccio con Stankovic: cosa gli ha sussurrato nell’orecchio?
“Non so se posso dire quello che gli ho detto: ‘Ti ricordi quel gol che hai fatto qui? Un gol pazzesco, da centrocampo. Lui mi ha risposto ‘ti voglio bene’ e io ho replicato con un ‘ci vediamo dopo’”.
Tabellino
Marcatori: 9’ p.t. rig. Pellegrini (R).
Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski, Colley, Ferrari, Augello (1’ s.t. Murru); Leris (1’ s.t. Pussetto), Rincon (14’ s.t. Verre), Villar, Djuricic (dal 29’ s.t. Sabiri); Gabbiadini (14’ s.t. Quagliarella), Caputo. All. Stankovic.
Roma (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Zalewski (38’ s.t. Karsdorp), Cristante, Camara (23’ s.t. Matic), El Shaarawy (29’ s.t. Spinazzola); Pellegrini; Belotti (38’ s.t. Bove), Abraham (23’ s.t. Zaniolo).
All. Mourinho.
Arbitro: Marco Di Bello della sezione di Brindisi.
Ammoniti : 32’ p.t. Ibanez (R), 39’ p.t. Rincon (S), 20’ s.t. Verre (S), 21’ s.t. Pellegrini (R), 24’ s.t. Pussetto (S), 46’ s.t. Colley (S), 48’ s.t. Zaniolo (R).
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