La città di Roma è da sempre una location molto ambita per l’organizzazione di grandi eventi. Ma questi happening se da una parte rappresentano un importante volano per l’economia e il turismo, ci costringono a non sottovalutare l’altra faccia della medaglia: in queste occasioni lo spreco di cibo è pari al 20%. Un dato angosciante considerando che secondo il rapporto Caritas 2022 nella città di Roma il 14% della popolazione è a rischio povertà.
Ed è proprio questo incredibile paradosso uno degli elementi che hanno ispirato la partnership tra Università LUMSA ed Equoevento Onlus, organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di recupero e donazione delle eccedenze alimentari agli enti caritatevoli. Grazie a questa collaborazione studentesse e studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo dell’Università LUMSA, saranno chiamati a recuperare gli alimenti in eccesso che si producono in occasione degli appuntamenti organizzati dall’Ateneo e da eventuali enti esterni, per poi consegnarli alla mensa dell’Associazione VO.RE.CO (Volontari “Regina Coeli”) che opera all’interno dell’omonimo Carcere Giudiziario di Roma.
“L’obiettivo dell’iniziativa – spiega Laura Michelini professoressa associata di Economia e gestione delle imprese all’Università LUMSA e coordinatrice del progetto di partnership – è quello di favorire l’impatto sociale dell’Università nella città di Roma non solo grazie al recupero delle eccedenze alimentari, ma anche attraverso la sensibilizzazione di studenti e studentesse ai temi del volontariato, degli sprechi e della povertà. In futuro ci piacerebbe costruire un network con tutti gli altri atenei della città per rendere ancora più significativo l’impatto di questa iniziativa. Un piccolo ma ambizioso progetto che mette insieme tanti attori e che testimonia come fare squadra possa portare a benefici al territorio”
Le fa eco una delle studentesse volontarie, Maria Felicita Mucci laureanda in Relazioni internazionali all’Università LUMSA: “Insieme ad altri colleghi e alcuni docenti, di fronte alla consapevolezza dell’enorme spreco alimentare che coinvolge la nostra società, abbiamo deciso di metterci in gioco e fare squadra per recuperare le eccedenze alimentare e portarle a chi ha più bisogno”.
Lo spreco di cibo causa delle enormi perdite economiche, senza tralasciare i consistenti impatti ambientali e sociali. Gli esperti hanno già lanciato il loro allarme: se lo spreco di cibo fosse un paese sarebbe il terzo emettitore di gas serra dopo la Cina e gli Stati Uniti. E anche a livello economico le conseguenze non sono da meno, infatti in un solo anno ogni cittadino spende tra i 500 e i 1000 euro per comprare del cibo che poi viene gettato via regolarmente. Un vero e proprio spreco. Quello che vogliono contrastare l’Università LUMSA ed Equoevento Onlus.