Mauro Checcoli festeggia il compleanno proprio li dove ha iniziato: ai Pratoni del Vivaro, nel centro equestre Ranieri di Campello insieme ai suoi allievi del corso istruttori di secondo livello FISE
Campione Olimpico a Tokyo 1964 -in sella a Surbean- nel concorso completo, sia individuale che a squadre, Checcoli è stato il presidente della Federazione Italiana Sport Equestri dal 1988 al 1996 ed ha ricoperto il delicato incarico di commissario straordinario della Federmedici dopo lo scandalo antidoping del 1998.
Da atleta, oltre alle due medaglie d’oro conquistate ai Giochi in Giappone, ha partecipato anche alle Olimpiadi di Città del Messico 1968 (dove un uragano tropicale non gli consentì di completare le gare) e a quelle di Los Angeles 1984 su Spey Cast Boy, arrivando settimo e mancando -per un errore all’ultimo ostacolo- la medaglia dopo vent’anni dalla prima.
Mentre stava preparando le Olimpiadi di Monaco 1972, per un incidente di scuderia perde Rosario a poche settimane dalle gare. Ingegnere, all’attività agonistica e dirigenziale accompagna quella professionale, sempre con grande soddisfazione e impegno (tra i suoi progetti l’unipol arena di Casalecchio).
Presidente dell’Accademia Olimpica Nazionale Italiana e vicepresidente della fondazione Giulio Onesti, Mauro Checcoli è rimasto sempre legato alla sua passione più grande, quella per l’equitazione e della sua diffusione, soprattutto rivolta ai giovani con l’Accademia Nazionale Italiana Federigo Caprilli.