Da oggi in sala il nuovo film diretto da Emanuele Scaringi con Kašia Smutniak, la piccola Greta Santi, Francesco Colella e Mario Sguella
Presentato l’altro ieri alla stampa ed oggi in sala l’ultima fatica cinematografica di Emanuele Scaringi, dopo l’esordio con il lungometraggio “La Profezia dell’armadillo” tratto dalla graphic novel di Zerocalcare, Venezia 2018, con cui ha partecipato a oltre 50 festival.
Un film incentrato sulle paure dell’inconscio, su incubi notturni e del tentativo di cura in collina, aria buona, posto rilassante. Insomma problemi ed ansie anche invalidanti che possono capitare a chiunque. E se queste ansie avvolgono nostro figlio o nostra figlia? Ecco spuntare l’aggiunta del sentimento di inadeguatezza di un genitore che le tenta tutte per cercare di alleviare qualsiasi tipo di paura.
Un thriller italiano che a tratti rientra nella categoria horror, l’evoluzione dell’incubo dell'”uomo nero” o della “strega cattiva” spesso oggetto di nenie e canzoncine della buonanotte, ma che a livello regionale assume nomi più specifici: in abruzzo e nelle marche la pantafica tratta proprio questo argomento: dalle apnee notturne alle allucinazioni, ed è proprio da questo termine che si ispira Pantafa, il titolo del film. In puglia nel gargano viene cantato Lu paponne, fino ad arrivare musicalmente agli Iron Maiden con Fear of the Dark, l’ansia della paura del buio, il preludio alla notte.
La trama è senza dubbio d’effetto:
Marta si trasferisce insieme a sua figlia Nina a Malanotte, un piccolo paese di montagna.La bambina da qualche tempo soffre di paralisi ipnagogiche, un disturbo del sonno che può portare ad avere stati allucinatori, e Marta ha pensato che un po’ di aria di montagna e di lontananza dalla frenesia cittadina possano giovare alla piccola. La casa in cui si trasferiscono però è tutt’altro che accoglientee per le strade di Malanotte non si vedono mai bambini.I sintomi di Nina cominciano a peggiorare già dalla prima notte, la bambina fa incubi sempre più vividi in cui una figura spettrale le si siede sul petto, la immobilizza e le ruba il respiro.Per Marta, madre sola in un paese che leappare semprepiù sinistro,sarà ogni giorno più difficile trovare il modo di fare la cosa migliore per la sua bambina.
Così Kašia Smutniak ai microfoni di Coming Soon: “Leggende simili sono presenti in tutte le culture e rimandano a racconti per bambini come Hansel e Gretel e Cappuccetto Rosso, storie terrificanti attraverso le quali si insegnava loro ad esorcizzare le proprie paure. C’è tanto di vero in questo film, a partire dalle crisi ipnagogiche, di cui si parla molto poco. Non è una paura di per sé, quella che raccontiamo, ma è una base che esiste nei nostri ricordi e diventa una cosa più profonda e diversa. Qua la paura ha un volto, un nome, è una figura femminile legata alla sensazione di oppressione, di pesantezza, di soffocamento, si accosta al rapporto madre figlia e a tutto l’universo femminile. Ci sono una bambina, una madre e una donna che tramanda il sapere e cerca di proteggere la bambina tramandandole il sapere abruzzese. La cosa che fa più pura è sentirsi inadeguati e non all’altezza quando si diventa un genitore, ci sono tante aspettative verso la figura della madre nella società. Questa è una bella base per raccontare queste paure e il genere è solo uno strumento.“
La produzione:
Novanta saranno le sale cinematografiche che da oggi presenteranno la pellicola al pubblico, una produzione di Domenico Procacci e Laura Paolucci