Il nuovo adattamento televisivo del capolavoro di Elsa Morante, “La Storia”, è più che un’esperienza visiva: è una lezione di storia vivente, un quadro sociale e culturale che attinge profondamente dalle vicende del Novecento italiano. Con la serie in otto episodi, Francesca Archibugi, insieme a un cast stellare, consegna alla Rai e ai suoi spettatori un lavoro che potrebbe trasformare l’approccio italiano all’educazione storica attraverso la fiction.
Il romanzo originale di Morante è stato scritto con l’intento di raggiungere un pubblico quanto più ampio possibile, un’ambizione che il progetto televisivo porta avanti con rinnovato vigore. Grazie al cast composto da Jasmine Trinca, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Asia Argento e altri talenti, la serie è destinata a dominare le classifiche degli ascolti durante la sua trasmissione in quattro parti sulla Rai.
Se la fedeltà del copione alla trama originale potrebbe rallentare il ritmo, la solidità dell’adattamento permette alla storia di prosperare in un formato diverso. Il ritratto di Ida, interpretato magistralmente da Jasmine Trinca, è un esempio di resilienza in tempi difficili. Il suo personaggio e la sua lotta per sopravvivere e proteggere i suoi figli in un’Italia dilaniata dalla guerra e dal fascismo diventano una lente attraverso cui osservare le contorsioni sociali e morali di un’epoca.
La serie, pur mantenendo un approccio classico alla narrazione, offre un resoconto educativo della vita durante il regime fascista e la Resistenza. Il fascismo, la guerra, la solidarietà, l’antifascismo, la scuola come istituzione — tutti questi elementi sono presenti, rendendo la serie una sorta di ‘Bignami’ storico per le generazioni più giovani.
Ciò che rende “La Storia” così avvincente è la sua capacità di fondere il passato con il presente, la letteratura con la televisione, in un singolo, potente racconto. Mentre alcune fiction storiche si perdono nella drammaticità o nella versione romanzata, questa serie riesce a mantenere un equilibrio, offrendo un ritratto accurato ma coinvolgente degli anni che hanno plasmato l’Italia moderna.
In un’epoca in cui i libri di storia sembrano spesso relegati ai banchi di scuola, “La Storia” rappresenta una rivincita della fiction come strumento educativo e come riflesso delle complessità della vita. Con il suo arrivo in prima serata, il progetto di Archibugi non solo celebrerà il genio di Morante, ma fornirà anche una preziosa occasione di apprendimento, capace di attrarre diverse generazioni di italiani davanti al piccolo schermo.
Una storia che non è solo un’opera di fiction, ma un ponte tra passato e presente, un invito a riflettere sulla Storia – con la “S” maiuscola – attraverso le vite degli individui che l’hanno vissuta. E in questo, “La Storia” riesce magistralmente. Piacerà, senza dubbio. E senza dubbio riuscirà a coinvolgere.