Nel panorama cinematografico italiano e internazionale, emergono raramente opere in grado di catturare l’essenza di un viaggio umano e spirituale come “La Chimera”, il nuovo film diretto da Alice Rohrwacher. Un viaggio che non è solo geografico o temporale, ma anche e soprattutto interiore, che attraversa l’anima e il cuore di personaggi intricatamente connessi da legami invisibili.
La storia, ambientata negli anni ’80, si focalizza su Arthur, un uomo dotato della rara capacità di percepire la presenza di tombe etrusche. Una virtù che lo porta ad essere coinvolto in un universo di traffico di reperti archeologici e di misteriose connessioni con l’aldilà. La complessità del personaggio di Arthur è contrapposta alla figura di Italia, l’unico essere umano in grado di sollevare il suo sguardo verso nuove prospettive di vita.
All’interno di questo quadro, Isabella Rossellini offre una performance memorabile nel ruolo di Flora, mentre Carol Duarte brilla come Italia, aggiungendo profondità e sfumature ad un personaggio già di per sé straordinariamente complesso.
La regista sceglie formati diversi, dal 16mm al 35mm, a testimonianza della sua libertà espressiva e della volontà di aderire pienamente alla storia e ai personaggi. Nel suo linguaggio cinematografico si percepiscono echi di Pasolini e Fellini, ma anche la visionarietà di Lucrecia Martel. Tuttavia, Rohrwacher non cede mai alla tentazione della mera rielaborazione: il suo cinema è un tributo alla terra e alle sue genti, che restituisce dignità e significato ad un territorio spesso svilito.
Ma “La Chimera” non è solo un film, è una dichiarazione di intenti, un manifesto sull’umanità e sulla complessità dei legami che ci uniscono. È una pellicola che interroga e, al tempo stesso, offre spunti di riflessione su temi eterni come la vita, la morte, l’amore e la ricerca di un senso. Alice Rohrwacher riesce a raccontare tutto ciò con una semplicità e una genuinità che la rendono una delle voci più originali e riconoscibili del cinema contemporaneo.
In ultima analisi, “La Chimera” è una celebrazione del reale intriso di magia, dove il quotidiano si fonde con il fantastico, e la terra si intreccia con l’etereo. Il film invita a guardare oltre, a scoprire la bellezza e il mistero nelle cose più semplici, e pone una domanda fondamentale: cosa significhi realmente “possedere” in un mondo in cui tutto è effimero?
Con questa opera, Alice Rohrwacher non solo conferma il suo talento, ma eleva anche il cinema italiano a nuovi livelli di espressione artistica e culturale. “La Chimera” è, senza dubbio, un film che resterà impresso nella memoria e nell’anima di chi avrà la fortuna di vederlo.