Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

#Atletica Leggera #Sport

Riflessioni a caldo. Gli europei di Roma2024: qual è il punto?

Lo scenario splendido, la sala Giulio Cesare in Campidoglio. Gli interlocutori di grande lignaggio dal presidente del Coni Malagò a quello di Sport e Salute Mezzaroma, dal presidente della federazione Europea il bulgaro Karamarinov a quello della Fidal Stefano Mei.

A fare gli onori di casa per presentare i campionati europei di atletica leggera in programma a giugno, quindi dietro l’angolo, il Sindaco della capitale Gualtieri e l’assessore allo sport e grandi eventi Onorato. Insomma nulla da eccepire sulla cornice, ma il quadro? D’autore oppure da un incompreso pittore da scoprire? A fermarsi sulla superficie è tutto brillante, perfetto e destinato al successo.

Ovviamente chi non se lo augura? A distanza di 50 anni dall’altro dell’edizione del 1974, quando Mennea batteva il campione olimpico dei 200 Borzov, è passata tanta acqua sotto i ponti si dice a Roma. Sono cambiati ovviamente i protagonisti ma la politica non cambia mai. Pronta a vedere tutto perfetto per raccogliere consensi, ma da qui a giugno c’è ancora molto da lavorare, forse troppo.

Certo alla fine tutto funzionerà, è successo spesso vedere alla vigilia in tutti gli impianti del mondo, squadre di persone a pulire e lucidare mentre qualche pittore o operaio dava le ultime pennellate e stringeva qualche bullone. Sarà così anche stavolta nessuno vuole metterlo in dubbio, solo che ci si poteva arrivare in maniera diversa, mentre tante e troppe sono le situazioni che ancora cercano soluzione.

Nelle ultime edizioni degli Europei gli stranieri erano almeno la metà degli spettatori presenti, qui invece di stranieri se ne vedono pochi perché è partita in grave ritardo la promozione ed è difficilissimo trovare sistemazioni accettabili in quanto posti non se ne trovano. Al di là delle buone intenzioni non è stato approfondito alcun tema e tutto questo perché anziché remare in una stessa direzione, si è dato in passato la precedenza a ben altro che fosse l’atletica; ed ora i tempi stringono.

Pessimisti ad oltranza? No, realisti per aver vissuto dal vivo le ultime tre edizioni degli Europei, oltre a qualche altra in passato e sappiamo come funziona questa macchina ed i mesinecessari perché tutto possa andare per il verso giusto. Alla fine forse si riuscirà a sorridere e ce lo auguriamo, perché l’atletica italiana ci interessa e viene prima di tutto, indipendentemente da chi la dirige.

Per fortuna gli atleti ci sono, ed anche i tecnici appaiono motivati e capaci. Teniamoci stretti quelli, in fin dei conti siamo agli Europei da campioni a squadre del continente, lo ha ricordato anche il presidente Stefano Mei. Certo ci si poteva arrivare in maniera diversa e molto meglio organizzati se la voglia di fare fosse stata superiore a quella di litigare.

g.l.g.