Roma incassa un altro sonoro colpo. I grandi eventi sportivi mondiali sembrano non essere graditi sul terreno romano. La candidatura della Fidal presentata ufficialmente 5 giorni fa è purtroppo stata ritirata dalla Federazione italiana Atletica Leggera con una lettera al presidente di World Athletics, Sebastian Coe e, in copia, al chairman della commissione di valutazione, il finlandese Antti Pihlakoski. Quello che doveva essere l’anno clou dell’atletica, nel 2027, dopo il no incassato qualche tempo fa alla candidatura alle Olimpiadi, voluto dalla giunta Raggi, purtroppo è sfumato anch’esso in brevissimo tempo.
La copertura dell’intervento economico descritto nel budget della manifestazione”, pari ad un importo di 84 milioni di Euro, sarebbe stato facilmente recuperato come investimento. Secondo uno studio commissionato agli advisor Deloitte, con la sola fiscalità generale, tra 97 (nell’ipotesi più pessimistica) e 165 milioni di euro, secondo quanto stimato, sarebbero ritornati nelle casse dello Stato.
Il ritiro della candidatura di Roma per ospitare i mondiali di atletica leggera del 2027 segna un momento di riflessione cruciale per il tessuto economico e turistico della città eterna. La decisione ha innescato una serie di considerazioni sulle ripercussioni economiche e sull’immagine internazionale di Roma.
Il turismo sportivo rappresenta una quota significativa dell’economia turistica globale, capace di generare un indotto economico rilevante per le città ospitanti attraverso la spesa diretta dei visitatori in alloggi, ristorazione, trasporti pubblici, attività ricreative oltreche un introito per l’acquisto dei biglietti di accesso alle gare sportive. Per Roma, città con un’offerta turistica già ricca e diversificata, i mondiali di atletica leggera avrebbero potuto rappresentare un’occasione unica per rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento come destinazione di eventi sportivi di calibro internazionale, attrarre un nuovo segmento di visitatori e incrementare la visibilità mediatica a livello globale.
Per quanto riguarda la situazione impianti sportivi, con i campionati europei della prossima estate, sarebbero già pronti e non necessiterebbero di ulteriori ritocchi strutturali, per questo, su questo fronte non ci sarebbero spese addizionali, se non l’allestimento dell’evento, ad aumentare l’impatto economico occorrente.
Al di là dell’impatto economico immediato, il ritiro della candidatura potrebbe avere conseguenze anche a lungo termine sull’immagine di Roma nel circuito internazionale degli eventi sportivi. La capacità di attrarre e organizzare eventi di tale portata è spesso vista come un barometro della vitalità economica, dell’efficienza infrastrutturale e della stabilità finanziaria di una città. In questo contesto, con i costi pressoché azzerati per l’impiantistica, il mancato reperimento dei fondi necessari potrebbe sollevare interrogativi sulla capacità di Roma di sostenere iniziative di risonanza mondiale, influenzando potenzialmente le decisioni future di federazioni sportive internazionali e organizzatori di eventi.