L’Ala Brasini del complesso del vittoriano ospita un altro meraviglioso evento. Si tratta della mostra del grande maestro impressionista francese Claude Monet.
Fino all’11 febbraio 2018 sarà possibile ammirare sessanta opere provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, che il massimo esponente dell’Impressionismo ha sempre custodito gelosamente nella sua amata dimora di Giverny.
Le opere provengono infatti da quella che è la più vasta collezione al mondo dedicata all’artista francese e rappresentano la parte più intima e segreta della sua produzione. Sono quadri personali, degli studi su tela importantissimi, una esigenza interiore di studio e ricerca e che sono di recente sono stati resi noti al pubblico.
Tra i maggiori capolavori esposti, la Ninfee del 1916-1919, Le Rose (1925-1926) e Londres. Le Parlement. Reflets sur la Tamise (1905). Tre perfetti esempi di come la realtà perda la sua unità razionale e diventa flusso indistinto di percezione, suggestione, impressione.
E’ uno studio particolare quello di Monet, basato essenzialmente sulla luce e su come è possibile riprodurla si tela. Luce, na non solo, anche il colore delle giornate, delle stagioni, a rappresentare anche ciò che è intangibile, impalpabile, incorporeo, come il vento e la nebbia. E questo studio deriva anche da moltissimi viaggi fatti dal maestro: Norvegia, Inghilterra, ma anche l’Italia dove l’artista, nato nella luminosità diffusa del nord della Francia, si innamora dei bagliori caldi e forti del nostro sole.
La volontà di voler ricreare le atmosfere ambientali a tutto tondo, trasformò Monet da pittore a “cacciatore di impressioni”, come diceva di lui Guy de Maupassant.