E oggi che facciamo? Senza più medaglie al collo dobbiamo sbarcare il lunario da qualche altra parte. Ventiquattro non le avrebbe previste nemmeno il più folle degli allibratori. Undici sono anche d’oro. L’ultima è arrivata dalla staffetta veloce che brillò di quel colore anche alle olimpiadi di Tokyo.
La distanza siderale tra il quartetto azzurro e il resto d’Europa che rincorreva con il testimone nelle mani rivela la supremazia schiacciante dell’Italia in questi Europei 2024. Possibile che sia solo per il fattore casa? Possibile che alla prossima edizione di Birmingham non saremo più primi con un distacco da dispersione come Ribot all’Arc de Triomphe? Chi può dirlo? Intanto godiamoci questi undici ori, i secondi ne hanno quattro, e cerchiamo di prendere una bella rincorsa per la Ville Lumiere che aprirà presto le sue porte per i Giochi.
Sarà un altro sport, come sostiene il dt Antonio La Torre, ma certi risultati, come il 13”05 sui 110 ostacoli di Lorenzo Simonelli, il 47”50 di Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli, i lanci di Leonardo Fabbri sopra i 22 metri, i salti di Larissa Iapichino sempre più vicino ai sette metri, Tamberi a 2,37, la staffetta veloce e qualche altra sorpresa, potrebbero far saltare ancora il banco nella rassegna a cinque cerchi. E allora un riconoscimento va a tutto lo staff tecnico, all’atletica studi e a quei nomi, come Antonio Andreozzi e Stefano Baldini, tanto per citarne due, non sono i soli, che nel corso del tempo hanno tirato su i ragazzini che oggi sono saliti sul tetto d’Europa. Non sarà facile confermarsi, ma oramai siamo lanciati. L’Olimpico non era pieno, magari i biglietti erano troppo cari e il tam tam per gli Europei si è rivelato tardivo, si poteva fare di meglio. Per la cronaca, sono andato un solo giorno agli Internazionali d’Italia di tennis. Ho speso 150 euro per due persone senza potermi sedere al Pietrangeli, figuriamoci ai Grounds. L’unica partita che sono riuscito a vedere seduto al Grand Stand Arena presentava due tennisti ben oltre la centesima posizione. Meglio gli Europei, tutta la vita.
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