Introduzione Gli europei di atletica hanno sempre rappresentato un palcoscenico di emozioni intense, di storie di sacrificio e di gloria. L’ultima giornata di questa edizione non ha fatto eccezione, regalando al pubblico momenti di pura adrenalina e commozione.
Riccardo ed il sogno d’argento: Riccardo Meli sul traguardo fatica a nascondere le lacrime. Solo dieci minuti prima era una riserva, poi l’annuncio: Sibilio ha i crampi e non puo’ correre, tocca a lui. Emozione improvvisa, si scende in pista, il cuore sembra scoppiare, ha una grande opportunità, tutta assieme. Ce la fa, corre come non mai, fino a conquistare un argento europeo che gli cambierà la vita. Siamo sicuri che ha dormito con la medaglia al collo, sarebbe assurdo il contrario.
Larissa all’ultimo salto: sulla pedana rialzata come un palcoscenico, c’è Larissa. Il suo volto è contratto, cammina avanti ed indietro nella sua tuta azzurra. È quarta, a un solo centimetro dal podio. Ma ha ancora un salto, l’ultimo possibile. Con un grido di determinazione, spicca il volo, muscoli tutti allungati, le vibrazioni si sentono oltre i granelli di sabbia. Il boato del pubblico conferma: E’ sul podio.
Il Presidente tra il pubblico: dalla tribuna d’onore accanto a Malagò e Mei il Presidente della Repubblica osserva tutto. Per il secondo giorno di fila è in quel posto, nascosto dietro gli occhiali non nasconde sorrisi ed applausi, gli occhi vispi scorrono da destra a sinistra. La prima volta potrebbe essere stata solo protocollo, ma la seconda è divertimento.
Arese e la corsa della speranza: Pietro esce dall’ultima curva con il volto teso, una maschera greca di fatica e determinazione. Questa volta quarto non può proprio essere. Le gambe sono stanche, quasi non rispondono più, ma l’anima spinge avanti, denti scoperti, rabbia ed intensità. L’arrivo, lo sguardo sul tabellone quando appare il risultato: Arese ce l’ha fatta. Cade in ginocchio, piange sopraffatto dalla gioia.
Filippo e la staffetta del riscatto: un argento non gli è bastato, è stato un argento amaro quello della sua corsa del giorno prima, ma ha ancora una chance di riscatto. La squadra è la sua speranza. Lorenzo arriva a tutta velocità in piena curva sotto la nord, il contatto con il testimone accende una scintilla, elettricità pura sul rettilineo finale. Il volume degli spettatori aumenta, un crescendo che culmina in un’esplosione di gioia. È la ventiquattresima medaglia azzurra, un record nella storia.
Questi campionati europei di atletica sono stati i più emozionanti di sempre per la squadra italiana. Visti da quaggiù, dal palco fotografi, ogni singolo sforzo e sacrificio ha avuto un significato speciale. È stata una celebrazione dello sport, della passione e del cuore. E’ stata l’Italia, e non mi sembra poco.
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