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#In evidenza sito #Politica sportiva #Sport #La Cartolina di Valerio Piccioni

E adesso vinciamo la venticinquesima medaglia: rifacciamo la pista di Tor Tre Teste

E adesso vinciamo la venticinquesima medaglia. E vinciamola a Tor Tre Teste, la pista dove si allenano centinaia di ragazze e ragazzi con entusiasmo insieme con un bel gruppo di tecnici che devono però fare i conti con una superficie piena di buchi e ferite. E allora anche se qualche dirigente sportivo, di quelli che faticano a uscire dal fortino dorato del Foro Italico, dirà del solito rompiscatole, sono convinto che un intervento allo stadio Antonio Nori, per intenderci davanti alle Vele di Meyer, valga come una medaglia di Jacobs, Ali o Battocletti, e degli altri atleti italiani che sono saliti sul podio europeo nella gare di Roma. D’altronde in questa Roma qui, tanto per farci capire la periferia est della città, cinque municipi per 1.191.566 abitanti, c’è una sola pista. Basterebbe questo per sottolineare l’importanza di una legacy, l’agognata “eredità” che ogni grande evento sportivo dovrebbe lasciare, almeno sulla carta, ma che spesso e volentieri non si vede.

La pista di atletica di Tor Tre Teste da rifareMa a che punto siamo? Siamo che intanto sappiamo quanti soldi servono. L’assessore allo sport Alessandro Onorato ne ha parlato ormai da tempo stimando in 643mila euro la cifra necessaria, a cui si deve aggiungere la fase progettuale per altri 150mila euro, che sarebbe a cura della Fidal. Nella conferenza stampa che ha preceduto gli Europei, prima dell’ubriacatura di vittorie azzurre, il sindaco Roberto Gualtieri aveva citato proprio il rifacimento della pista di Tor Tre Teste come uno dei traguardi che Roma Capitale vuole raggiungere proprio per combinare successi e pratica diffusa. Ieri, poi, dal ministero dello Sport, Andrea Abodi ha ufficializzato la pubblicazione del bando “Sport e periferie 2024” per complessivi 102 milioni, di cui 65 dedicati a strutture in comuni al di sopra dei 100mila abitanti. Insomma, il contesto induce alla speranza e anzi il problema sarà quello di gestire una fase in cui la pista, proprio per i lavori, non potrà essere utilizzata. Una sola cosa, pressante però: si può partire il più presto possibile?

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