#Cinema e Fiction #Spettacolo #Festa del Cinema 2024

Visto per voi – Quell’abbraccio sul red carpet. Emozioni alla Festa del Cinema prima della proiezione di “Leggere Lolita a Teheran”

Roma Italy - 19 Oct 2024 - Red Carpet - READING LOLITA IN TEHRAN - Festa del cinema 2024

foto: Riccardo Piccioli

Abbraccio tra Golshifteh Farahani e Azar Nafisi al red carpet di "Leggere Lolita a Teheran" alla Festa del Cinema di Roma
Le protagoniste del film con la scrittrice Azar Nafisi

Golshifteh Farahani e Azar Nafisi si sono abbracciate con intensità sul red carpet della Festa del Cinema di Roma, sotto gli occhi dei fotografi e del pubblico. Un gesto carico di emozione e significato che ha aperto ufficialmente la presentazione del film “Leggere Lolita a Teheran”, tratto dall’omonimo libro della stessa Nafisi. Era un momento che molti aspettavano con ansia fin dal primo annuncio della partecipazione del film alla manifestazione romana, e che ha saputo mantenere le aspettative, regalando una serata indimenticabile. L’abbraccio tra l’attrice e l’autrice ha rappresentato un simbolo di resistenza, di sorellanza e di lotta per la libertà, valori che sono al cuore del film e del libro che lo ha ispirato.

Fin dall’annuncio della sua partecipazione alla Festa del Cinema di Roma, “Leggere Lolita a Teheran” è stato uno dei titoli più attesi, e allo stesso tempo temuti, di questa edizione. L’opera di Azar Nafisi ha raccontato in modo crudo, intimo e diretto la condizione femminile in Iran, un tema di grande attualità e che ancora oggi trova tragicamente riscontro nella realtà. In Europa, e non solo, la situazione delle donne iraniane ha ricevuto una rinnovata attenzione mediatica dopo la sconvolgente morte di Masha Amini, arrestata per non aver indossato correttamente l’hijab e deceduta dopo giorni di brutali violenze in carcere. Tuttavia, come raccontato dall’opera di Nafisi, episodi di questo genere accadono da lungo tempo in Iran. Fin dagli anni Novanta, l’autrice ha testimoniato attraverso le sue opere e il suo insegnamento la repressione e la lotta quotidiana per la libertà.

Guardare e giudicare “Leggere Lolita a Teheran” non è stato semplice. La pellicola racconta una storia potente e sconvolgente che va a toccare corde profonde e paure radicate, soprattutto nelle donne, ma non solo. La sensazione che qualcuno possa decidere per te, sul tuo corpo, su cosa è giusto o morale fare è una realtà che, purtroppo, risuona in molte società, anche in quelle apparentemente più aperte. Eran Riklis, il regista israeliano alla guida del progetto, ha scelto un approccio discreto ma incisivo, che permette alla storia di emergere senza sovrastrutture, lasciando che siano i sentimenti e le personalità dei personaggi a parlare. Una scelta di regia sensibile e ponderata, che rende la pellicola ancor più intensa e toccante.

Nel cast troviamo una splendida Golshifteh Farahani, affiancata da Zahra Amir Ebrahimi, Mina Kavani e Reza Diako (bellissime sul red carpet romano), attrici ed attori che con le loro interpretazioni riescono a dare vita a personaggi complessi e sfaccettati. La protagonista, interpretata da Farahani, rappresenta la stessa Azar Nafisi, docente universitaria di letteratura occidentale che, dopo la rivoluzione di Khomeini, si rende conto di non poter più insegnare liberamente. In un contesto di crescente violenza e censura, con le donne che progressivamente spariscono dalla vita pubblica, Nafisi decide di compiere un atto di resistenza silenziosa ma potente: riunire nella propria casa un gruppo di sette studentesse per leggere insieme libri di letteratura che il regime ha vietato. Un piccolo atto rivoluzionario che diventa un simbolo di libertà, cultura e resistenza.

La letteratura è per le protagoniste di “Leggere Lolita a Teheran” una finestra sul mondo, una scelta di libertà. Attraverso i libri, queste giovani donne trovano uno spazio per esprimere se stesse, per coltivare i propri sogni e per evadere, anche solo temporaneamente, da una realtà che cerca di soffocarle. Sullo sfondo di un Iran sempre più chiuso e dominato dai fondamentalisti, le riunioni clandestine nella casa di Nafisi diventano una boccata d’aria pura, un modo per mantenere viva la speranza e la consapevolezza che un altro mondo è possibile. Questi incontri, fatti di letture appassionate e discussioni intense, sono descritti nel film con delicatezza, lasciando che siano i piccoli gesti, gli sguardi e i silenzi a raccontare l’invisibile ma potente legame tra le protagoniste.

Il film riesce a restituire fedelmente la complessità del libro di Nafisi, adattandolo al linguaggio visivo del cinema senza tradirne lo spirito. Non è un’opera che si limita a denunciare un regime, ma si concentra sulla forza delle persone, sulla capacità di resistere attraverso la cultura e la bellezzam un equilibrio perfetto tra le parole e le immagini. Ogni inquadratura sembra portare con sé un messaggio, un’emozione, una sfumatura che va al di là della semplice narrazione: un riflesso su un vetro, una mano che sfiora un libro, un sorriso appena accennato. Dettagli che aprono una finestra su un mondo interiore fatto di sogni, paure e desideri inespressi.

“Leggere Lolita a Teheran” è un film che ha un’anima forte e intensa, quasi ingombrante per la sua capacità di colpire nel profondo. Non è una visione facile, e non deve esserlo. La storia che racconta ci porta a riflettere non solo sulla condizione delle donne in Iran, ma su tematiche universali come la libertà, l’istruzione e la possibilità di esprimersi senza paura di repressioni. L’Iran che emerge dal film non è lontano quanto potremmo pensare: il senso di oppressione, di controllo, di perdita di identità è una minaccia che, in forme diverse, può emergere ovunque. In una scena particolarmente toccante, la protagonista pronuncia una frase che rimane impressa: “Avresti mai pensato sarebbe capitato a noi?” Parole che vibrano, colpiscono e fanno riflettere.

Nell’adattare il suo libro, Azar Nafisi ha lavorato come co-sceneggiatrice, tagliando e cucendo la storia per renderla più adatta al grande schermo. Non ha cercato di edulcorare la realtà, ma ha voluto concentrarsi sugli esseri umani, sulle loro emozioni, sulle loro storie. La condizione umana è al centro del film, non l’ideologia o la politica. Il risultato è un’opera che riesce a parlare di argomenti complessi con delicatezza e profondità, riuscendo a toccare il cuore dello spettatore e a lasciare un segno duraturo.

Dopo la sua presentazione alla Festa del Cinema di Roma, “Leggere Lolita a Teheran” arriverà nelle sale italiane dal 21 novembre. Un appuntamento che consigliamo di non perdere, per vivere un’esperienza cinematografica intensa e coinvolgente, capace di far riflettere e di far conoscere storie che meritano di essere ascoltate. Lasciatevi trasportare dalle immagini, dalle parole, dalle emozioni, e lasciate che questo film vi parli senza pregiudizi. Sarà un viaggio difficile, ma necessario, per comprendere la bellezza e la forza della libertà, quella stessa libertà che, nonostante tutto, riesce ancora a sopravvivere nei sogni di chi non si arrende. Ora e sempre, Resistenza!