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Visto per voi – Il ritorno di Uberto Pasolini: un’Odissea moderna tra vulnerabilità e mito

Roma Italy - 19 Oct 2024 - Red Carpet - THE RETURN - Ralph Fiennes e Juliette Binoche

Nella programmazione della Festa del Cinema di Roma, Il ritorno di Uberto Pasolini fonde mito e introspezione umana, in un viaggio che va oltre l’epica classica di Ulisse, o meglio Odisseo, come viene chiamato nel film. Questo lavoro cinematografico si pone come una rilettura complessa ed attuale del mito greco, esplorando non solo l’eroismo, ma soprattutto le fragilità di un uomo che, dopo anni di guerre e viaggi, torna a casa per affrontare le conseguenze delle sue azioni.

Il film, scritto da John Collee ed Edward Bond, rispetta fedelmente lo spirito del poema di Omero, rimanendo fedele ai suoi passaggi più celebri, ma offre allo stesso tempo una visione profondamente umana e moderna dell’eroe. Girato tra Corfù e l’Italia, in una scenografia essenziale, grezza e desolata, Il ritorno non è solo un viaggio fisico di un uomo che cerca di riprendere il controllo della sua vita, ma anche una riflessione universale su temi come la pace, la guerra e la responsabilità personale.

Ralph Fiennes, nel ruolo di Odisseo, offre una performance magistrale, incarnando un eroe tormentato, segnato dal dolore e dal rimorso. Il suo ritorno a Itaca non è solo il desiderio di riappropriarsi del suo regno, ma soprattutto un tentativo di riconquistare la fiducia di coloro che ha lasciato dietro di sé: la moglie Penelope (interpretata da una Juliette Binoche intensa e straordinaria), il figlio Telemaco (Charlie Plummer) e la sua stessa terra, devastata da anni di oppressione e violenza.

Il film mette in luce uno dei passaggi più famosi e studiati dell’Odissea: il ritorno di Odisseo a Itaca sotto mentite spoglie e la sua vendetta contro i Proci. Antinoo, il capo dei Proci interpretato da Marwan Kenzari, rappresenta l’archetipo della nobiltà corrotta e usurpatrice, un parallelo non troppo velato con le élite politiche odierne. Tuttavia, Pasolini non si limita a raccontare la vendetta di Odisseo; il suo film esplora le emozioni più intime e vulnerabili dell’eroe, evidenziando la sua fragilità e il suo senso di colpa.

Uno dei momenti più toccanti del film è l’incontro di Odisseo con il suo cane Argo, rimasto fedele e immobile ad attenderlo. Questo incontro, come nel poema, si conclude con la morte del cane, ma Pasolini riesce a rendere questo episodio ancora più struggente, caricandolo di un’emozione universale che tocca chiunque abbia mai vissuto il legame profondo con un animale.

Il ritorno è anche una riflessione sulla figura dell’eroe classico, che viene smontata e messa in discussione. Odisseo non è più l’uomo invincibile e astuto della mitologia, ma un individuo vulnerabile, affranto e segnato dalle scelte del passato.

La colonna sonora di Rachel Portman accompagna magnificamente il racconto, enfatizzando la solennità e il dramma del ritorno. L’atmosfera austera e il ritmo lento della narrazione potrebbero far pensare a un film difficile, ma la forza visiva e la profondità emotiva lo rendono estremamente coinvolgente.

Il ritorno è quindi un film che riesce a mescolare con successo il rigore formale del cinema classico con una sensibilità moderna. Se c’è un piccolo difetto, è forse la mancanza di un vero “guizzo” che lo elevi a capolavoro assoluto, ed il lavoro cinematografico cerca di ricalcare il più possibile il lavoro di Omero, ma questo non toglie nulla alla sua bellezza e alla sua capacità di raccontare una storia senza tempo, con uno sguardo nuovo e, in molti sensi, necessario. D’altronde