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Visto per voi – James Franco con Claudio Giovannesi. La Napoli di Hey Joe

Roma Italy - 25 Oct 2024 - Red Carpet HEY JOE - Claudio Giovannesi, James Franco - Festa del cinema 2024

foto: Riccardo Piccioli

Claudio Giovannesi è uno di quei registi che ha saputo catturare la nostra attenzione sin dai primi lavori. Dopo il successo con La paranza dei bambini, premiato con l’Orso d’argento per la sceneggiatura alla Berlinale, il regista italiano ha dimostrato di essere un narratore di storie autentiche e intense.

Hey Joe, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, rappresenta per lui il definitivo salto di qualità: un’opera solida e completa che unisce narrazione e stile visivo, portandoci direttamente nel cuore dei quartieri spagnoli di Napoli.

Con una trama che affonda le sue radici in eventi reali, il film ci trasporta negli anni ’70, raccontando la storia di un soldato americano che torna a Napoli alla ricerca del figlio mai conosciuto. La pellicola è impreziosita dalle interpretazioni di James Franco e Francesco Di Napoli, capaci di trasmettere ogni sfumatura emotiva della complessa relazione tra padre e figlio. Ma Hey Joe è molto più di una semplice narrazione familiare: è un affresco storico e sociale di una città che si è rialzata dalle rovine della guerra e che negli anni ‘70 si trova in una fase di trasformazione, tra nuove influenze americane e una crescente economia illegale.

La storia di Hey Joe si ispira a una vicenda realmente accaduta e racconta di Dean Barry, un soldato americano che, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe una relazione con una giovane napoletana. La loro storia si concluse rapidamente e il soldato abbandonò Napoli, lasciandosi alle spalle un figlio mai conosciuto. Venticinque anni dopo, nel 1971, Dean torna in città con l’intenzione di incontrare quel figlio che ora è un uomo, cresciuto senza un padre e inserito in un mondo fatto di contrabbando e attività criminali.

Il figlio, Enzo, ha ormai costruito una sua vita nei quartieri spagnoli, segnato dalla figura di un boss locale che lo ha cresciuto come un padre adottivo. Quando Dean cerca di entrare nella vita di Enzo, tra i due si crea un rapporto difficile, carico di risentimenti, incertezze e una profonda e reciproca diffidenza. Giovannesi descrive con maestria il legame tra padre e figlio che, tra piccoli passi avanti e brusche retromarce, cerca di trovare una propria dimensione.

Claudio Giovannesi dimostra con Hey Joe di essere un autore maturo, capace di raccontare storie complesse e profondamente umane. Rispetto ai suoi lavori precedenti, come Fiore e La paranza dei bambini, questa pellicola evidenzia una crescita significativa: il regista non si limita a raccontare, ma costruisce un mondo vivido e dettagliato, in cui ogni elemento – dalla scenografia alle scelte musicali – contribuisce a dare profondità alla storia.

La telecamera di Giovannesi si muove agilmente tra i vicoli stretti e vivi di Napoli, immergendoci in un’atmosfera che alterna il passato e il presente, creando un contrasto visivo e narrativo affascinante. Con un uso attento del flashback, il regista ci permette di vivere e respirare l’atmosfera della città degli anni ‘40, in un’epoca in cui Napoli era una città devastata dalla guerra e tuttavia già pulsante di vita e di speranza.

Gran parte del successo di Hey Joe risiede nelle interpretazioni dei due protagonisti, James Franco e Francesco Di Napoli, che regalano una prova intensa e autentica. James Franco interpreta Dean, un uomo segnato dal peso degli errori passati e dalla volontà di ricucire un rapporto con il figlio perduto, ma incapace di esprimere fino in fondo i suoi sentimenti. Franco dona al personaggio una vulnerabilità e un’umanità palpabili, rendendolo un individuo che fatica a farsi accettare.

Francesco Di Napoli, che interpreta Enzo, dimostra una straordinaria maturità artistica. Il giovane attore riesce a trasmettere tutte le sfumature di un uomo diviso tra l’amore per la sua città e il rancore verso un padre che l’ha abbandonato. Il rapporto tra Dean ed Enzo diventa il cuore pulsante della pellicola, e i due attori riescono a trasmettere ogni emozione, ogni incertezza, ogni frammento di fiducia che si costruisce lentamente.

Napoli non è solo uno sfondo in Hey Joe; è una vera e propria protagonista, descritta con amore e cura nei dettagli. Claudio Giovannesi utilizza la città come un microcosmo di contraddizioni, tra tradizione e modernità, tra economia illegale e desiderio di rinascita. Ogni vicolo, ogni scorcio dei quartieri spagnoli ci racconta una storia, diventando parte integrante della narrazione.

Con grande maestria, Giovannesi ci mostra una Napoli degli anni ’70 che, pur avendo ancora addosso le ferite della guerra, è già stata invasa dai simboli della cultura americana: il whisky, le sigarette di contrabbando, le influenze della base NATO. Ogni elemento visivo – dai costumi agli oggetti di scena – contribuisce a restituirci un’immagine vivida della città, in un periodo di trasformazione che, lentamente, la porterà verso una modernità complessa e contraddittoria.

Uno degli aspetti più affascinanti di Hey Joe è il modo in cui descrive l’economia parallela che muove Napoli negli anni ’70. La città, ancora segnata dalla povertà e dalla ricostruzione post-bellica, si trova ora ad affrontare l’arrivo di beni di consumo provenienti dagli Stati Uniti. Giovannesi dipinge uno spaccato di vita napoletana che include il contrabbando di sigarette, l’alcol americano, la prostituzione e il traffico di droga, elementi che diventano simboli di una modernità contraddittoria e difficile da accettare.

La figura di Enzo, che vive grazie al contrabbando e alla malavita, rappresenta la complessa realtà di molti giovani dell’epoca. Nel film, questi aspetti diventano una critica sociale velata, un’analisi sottile di una città in bilico tra vecchie tradizioni e nuove tentazioni.

Giovannesi riesce a creare un’esperienza cinematografica completa, in cui lo spettatore non solo osserva ma vive e respira la storia. Grazie a una fotografia curata e a una colonna sonora che alterna melodie nostalgiche e suoni moderni, il film raggiunge un livello di coinvolgimento emotivo raro.

L’uso dei richiami al passato è uno degli elementi più suggestivi: mai invasivi, ma sempre funzionali a sottolineare uno sguardo, un gesto o un’emozione. Il montaggio è impeccabile, con un ritmo che si adatta perfettamente all’evoluzione del rapporto tra padre e figlio, scandendo i momenti di apertura e chiusura tra i due personaggi.

Hey Joe di Claudio Giovannesi è un film che colpisce al cuore. Non è solo una storia di padre e figlio, ma una rappresentazione autentica e affascinante di Napoli, una città che, pur essendo stata martoriata dalla guerra e segnata dalla povertà, riesce a trovare la forza di rinascere. Con interpretazioni eccezionali e una regia magistrale, Giovannesi ci regala un’opera che trascende il semplice racconto cinematografico, offrendoci un’esperienza visiva ed emotiva unica.