Un’energia speciale ha attraversato lo Stadio Olimpico questa sera, in occasione della sfida tra Roma e Atletico Club, squadra di Bilbao. Un tifo incredibile, capace di trasformare ogni settore dello stadio in un mare giallorosso, creando uno spettacolo mai visto prima.
Ma andiamo con ordine. Da settimane si rincorreva la voce: tutti allo stadio con una bandiera creata appositamente per l’evento. Un’idea semplice, ma curata nei minimi dettagli, tanto che le indicazioni includevano perfino i codici Pantone dei colori da utilizzare. Per chi non lo sapesse, questi codici identificano con precisione una tonalità di colore, garantendo che quella stoffa fosse esattamente del giusto giallo e del giusto rosso, senza variazioni.
Il popolo romanista non si è fatto pregare. In tanti si sono messi alla ricerca della stoffa perfetta, probabilmente reclutando nonne, zie e sarte improvvisate per cucire bandiere di ogni dimensione, un ritorno al passato, quello che ricordo da bambino negli anni ’80. Ed ecco il risultato: 62.000 vessilli al vento, un’onda giallorossa che ha avvolto le tribune e le curve in un unico, emozionante abbraccio.
Questa scenografia non è stata un semplice disegno o uno striscione calato dall’alto, ma un mosaico vivente, un’infinità di bandiere mosse dal cuore e dalla passione di chi le stringeva tra le mani. Uno spettacolo da occhi lucidi, amplificato dal coro sulle note di Bandiera Gialla, riadattato in un coro d’amore alla Roma: “Finché vedrai…sventolar questa bandiera…siamo gli Ultras della Roma…e per sempre canterem…”.
Il vento, la musica, l’emozione hanno fatto il resto. Le bandiere non si sono fermate un istante, danzando e ondeggiando per quasi tutta la partita, sorrette da bambini, ragazzi, anziani, generazioni diverse unite da un’unica fede.
La Roma in campo ha combattuto spinta da una incessante spinta degli spettatori, ma lo spettacolo oggi è stato ovunque, tanto sul tappeto verde quanto in ogni luogo. Uno spettacolo, ripetiamolo, unico che solo l’AS Roma ed i suoi tifosi, nella maniera più semplice e bella, potevano fare.
Una notte magica, anzi, MaGGica, che resterà impressa nella memoria di chi c’era. Perché l’Olimpico, questa sera, non è stato solo uno stadio. È stato un cuore che ha battuto all’unisono.




