Ospedali pieni, ospedali a rischio, pronto soccorso completamente intasati, barelle bloccate, un’emergenza senza fine. Nosocomi al limite del collasso, lavorativo e di capienza posti letto in un boom di contagi che giorno dopo giorno pongono nuovi record sul territorio.
La situazione sul territorio segue di pari passo i numeri dei dati degli ospedali, con una quantità giornaliera di tamponi da eseguire alla ricerca di casi asintomatici. L’idea infatti è quella di scovare il più possibile persone che non mostrano sintomi nella loro positività. Proprio per questo, non sapendo della propria infezione, inconsapevolmente contagiano a loro volta persone con cui sono venuti a contatto. Inoltre sono proprio gli asintomatici a non avere sintomi e dunque non necessitano di posti letto ospedalieri.
Oltre a questa attività si aggiunge quella della ricerca della negativizzazione, ovvero le persone che sono già infette, attendono di guarire e tramite un nuovo tampone, sapere di essere di nuovo negativi al virus. Su larga, su decine di milioni di cittadini presenti sul territorio, l’impegno di risorse è davvero ingente. La calendarizzazione delle prestazioni è ovviamente inevitabile. Tempi di refertazione e tempi di comunicazione degli esiti dei tamponi sono dei parametri che non sempre possono essere automatizzati ed allungano il processo totale di gestione di ogni singolo caso.
Per questo i tempi di attesa non sono immediati, come invece, ovviamente, ogni cittadino vorrebbe trattandosi di salute. Questi tempi non sono sempre ben accettati. La condizione emotiva di ogni singola persona fa sì che il referto che non giunge nell’immediato, provoca naturalmente smarrimenti, destabilizzazione, paure. E molti, proprio nella ricerca di eludere questi tempi, dopo aver effettuato il test del tampone, rapido o molecolare che sia, si rivolgono al proprio al pronto soccorso per ottenere entro poche ore il referto nella speranza che sia negativo. Di fatto questo appesantisce il lavoro dei pronto soccorso che invece dovrebbe occuparsi delle emergenze.
Il costo di due tamponi, uno programmato ed uno eseguito al pronto soccorso, ovviamente comportano un raddoppio della spesa sanitaria regionale, non solo per il costo intrinseco del tampone stesso e dei suoi reagenti, ma anche relativamente all’organizzazione che si cela dietro la somministrazione degli stessi, dai costi del personale, fino alla gestione della macchina che ne analizza contenuti e fornisce risultati nella diagnostica infettivologica molecolare.
Inoltre nelle ore passate ad attendere nelle sale d’attesa del pronto soccorso, varcato il triage, spesso giunge il referto del tampone iniziale.