Dopo la presentazione del brano “Lettera a Maria” dello scorso gennaio, esce oggi l’album di Ernesto Bassignano “Soldati, Arlecchini e Pierrot”, il decimo album del cantautore cuneese da una vita trasferito a Roma, una edizione di Ondamusic.it in collaborazione con Isola Tobia Label.
Torna quindi la musica cantautoriale di Ernesto Bassignano, quella impegnata, quella pregna di significati e non solo storielline raccontate, al iniziare proprio da Lettera a Maria, una sintesi di tante lettere che nel tempo abbiamo letto nei libri di storia, lettere provenienti dai campi di concentramento, lettere di dolore, di speranza, di sanguinosi e struggenti addii. Una musica in cui a livello multimediale si affianca a ritratti ad immagini di arlecchini e pierrot disegnati da Aldo Carpi, zio di Ernesto e riproposti in una soluzione di continuità disegnati dallo stesso Bassignano in un accostamento che raramente assume un significato ancor più forte.
Sono passati 50 anni e 10 dischi dal periodo in cui a Roma il fermento musicale passava da un polveroso locale a monteverde, il Folkstudio, in cui qualcuno si ricorda di quattro ragazzi con la chitarra, simbolo di una generazione che voleva dire, raccontare, criticare e talvolta trasgredire. Ed Ernesto Bassignano, uno dei quattro ragazzi con la chitarra, colui che nella vita ha fatto anche altro rispetto a suoi colleghi, coniugando una vita di verità politica e lotte sociali e di storie ne ha raccontate tante, racchiuse in 10 album ed una vita.
Voce e chitarra, come ai vecchi tempi del Folkstudio, con uno sfondo di fisarmonica malinconica, una voce morbida ma pungente, intrecciata ad arpeggi sulle sei corde, una sonorità che riporta indietro nel tempo, quello della Ballata del Pinelli con la voce di Pino Masi, Bassignano in questo nuovo album racconta in musica personaggi veri e non solo immaginati, raccontati, quegli arlecchini e quei pierrot che sfilano come soldati, quelle lettere che ancora oggi a distanza di ottanta anni sono ancora pugni nello stomaco di un orrore che ancora oggi di portiamo dietro.