Mannarino un anno dopo. A solo 12 mesi dall’ultima presenza Alessandro mannarino torna a calcare il palco dell’Ippodromo delle capannelle per celebrare un altro anno di soddisfazioni. Per Mannarino non è solo una festa. E’ un’occasione per raccontare la realtà del presente, di mettere in risalto ciò che i suoi occhi vedono, che il suo cuore sente. Che non fosse stato un concerto in linea con le attuali posizioni governative lo se ra capito sin da subito, quando all’ingresso del pubblico sono state distribuite bandiere di tutti i paesi. E’ così chiede la partecipazione di 40 immigrati, che aderiscono al progetto Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta (progetto SPRAR), che hanno sollevato uno striscione con la scritta “Apriti mare e lasciali passare” mentre alle loro spalle sul maxischermo venivano proiettati numeri e drammatiche storie di immigrazione. Si, perché “Apriti cielo – Il gran finale” è il titolo che Mannarino ha voluto dare al concerto romano, quello con cui ha concluso il suo tour 2018.
Chi sono e da dove vengono queste persone lo spiega lo stesso Mannarino, dopo che i fan hanno benedetto l’iniziativa con un lungo applauso. “La storia di questi ragazzi è nata così: ero a Caserta a suonare, li trovai sotto al palco con lo striscione. Mi ricordo che parlai al pubblico dicendo ‘ci sono dei ragazzi africani’ ma non partì un applauso. E io mi ricordo che mi incazzai molto e litigai con la piazza intera perché vedevo gente annoiata, stanca della vita”. Mannarino continua: “Gente che per una vita intera aveva dato la colpa dei suoi problemi sempre agli altri, prima erano i politici che mangiavano, adesso sono i neri che vengono. Gente che non era mai uscita per manifestare, mai chiesto giustizia, che non aveva mai fatto niente nella sua vita. E invece c’erano questi ragazzi che un giorno si sono detti: ‘no, io così non ci sto’. E hanno attraversato il deserto, sono stati in carcere in Libia e hanno vinto pure quella, hanno superato le torture, hanno sconfitto il mare che li voleva risucchiare, e poi sono arrivati qui. Ogni volta che li vedo in strada penso: questi non devono essere una minaccia, ma dovrebbero essere un esempio. Perché stanno dicendo a una nazione intera che si può dire di ‘no’. Dei ‘no’ che noi non abbiamo saputo dire per molto tempo”.
Da sempre molto sensibile e attivo sul piano sociale – non dimentica mai mettere in vendita i biglietti per i suoi concerti con un prezzo speciale dedicato ai disoccupati, Mannarino non perde occasione per sensibilizzare il suo pubblico anche in sede live. Questa la realtà e la delicatezza che Mannarino mette in moto ai suoi concerti, un vero e proprio spettacolo di musica. Un menestrello che racconta, con una voce potente, roca, rock. Mannarino sul palco non si risparmia, il pubblico grida, canta, balla scandisce il ritmo con mani e piedi, muove capannelle che da anni è stato il teatro della grande musica rock. E da questa sera il rock ha riattivano anche la sua funzione sociale, la volontà di urlare il suo no, funzione di protesta contro il disagio. E’ ritornato il vero Rock. Il Rock in Roma.
Scaletta:
Roma
Marylou
Osso di seppia
Malamor
Gandhi
Vivo
Babalu
Animali
Signorina
Impero
Maddalena
Scendi giù
Apriti cielo
Ultra Pharum (con Samuel)
Arca di Noè
Quando l’amore se ne va
Serenata lacrimosa
Tevere Grand Hotel
L’Impero
Bar della Rabbia
Me so’mbriacato
Statte zitta
Scetate vajo