Fausto Mesolella, uno dei grandi chitarristi italiani purtroppo non c’e’ più. Ho avuto modo di incontrarlo di persona più volte recentemente. Al Teatro Quirino in una magnifica serata al Teatro Quirino dedicata a Roma organizzata dal grande Stefano Mannucci in cui accompagnava Nada alla voce, una serata davvero magica proprio il 21 aprile, il Natale di Roma, di pochi anni fa. Una serata in cui le note delle sue corde si intrecciavano alla perfezione con la voce roca di Nada., ed ultimamente in un concerto gratuito a Porta di Roma in cui la Piccola Orchestra Avion Traver di cui era un componente storico, ha tenuto un magnifico concerto gratuito di vera musica e teatralità come solo l’orchestra sapeva fare.
E proprio in quella serata ho avuto modo di scambiare due parole con Fausto, sulla sua sperimentazione musicale, sulla sua interpretazione del vernacolo musicale, italiano romano e napoletano.
Dalla sua chitarra non uscivano solo note, usciva una vera e propria piece teatrale contagiosa fatto di musica, di espressioni, di movimenti, di lamenti e rabbia allo stesso momento.
Una tecnica musicale che faceva solo da contorno alla sua reale interpretazione, interpretazione di cui hanno usufruito moltissimi autori ed interpreti italiani, da Samiene Bersani, da Gianna Nannini a Nada, passando per Mannarino, Almamegretta, Maria Nazionale, Fiorella Mannoia e davvero tanti altri, fino alle colonne sonore promiate al Festival del Cinema di Roma e nomination al David di Donatello.
Quello che mi ha sempre colpito di Fausto era la sua umiltà. Riusciva sempre a salutare e stringere le mani a tutti coloro che lo salutavano. Ma la sua era una umiltà verace. Si considerata un umile lavoratore del mondo dello spettacolo, mai come un grande della musica italiana. Una persona semplice ma con un gran cuore, quello che purtroppo ha ceduto lasciandoci orfani di questo straordinario personaggio. Ciao Fausto.
(30 marzo 2017 – R.Piccioli)