Da una parte il festival del cinema in arrivo a Roma a portare e diffondere cultura, dall’altra altri problemi legati al cinema sono in arrivo. Nel quartiere di Piazza Bologna ad esempio il Cinema delle Province ha per il momento spento il proiettore della ordinaria programmazione. La scelta del parroco, proprietario e gestore di fatto e diciamo anche pro-tempore del cinema d’essai di quartiere, è stata quella in un primo momento di destinare i locali del cinema all’attività esclusiva parrocchiale togliendola sostanzialmente a coloro che ne usufruivano nel quartiere. Questa la sua idea che questo ha provocato malcontento nella cittadinanza che fruisce di questa sala dal 1936.
Un altro cinema che dunque rischia di scomparire, dopo quelli destinati a sale bingo e ridestinati come supermercati o chissà quale altra impresa commerciale. Dopo il cinema Ausonia diventato ormai da decenni centro di preghiera, il Cinema Academy Hall di via Stamira chiuso anch’esso già da molto tempo, il quartiere rischia seriamente di perdere una importante sala che a basso costo del biglietto d’ingresso, garantiva la visione di film veramente a tutti, ad intere famiglie ad esempio che riuscivano a vedere film al costo di un solo biglietto o poco più dei un normale cinema di prima visione.
Ruolo sociale senz’altro, ma anche punto di aggregazione, e la possibilità di andare al cinema anche più volte a settimana.
Il quartiere Nomentano si è trasformato nel tempo, da quartiere borghese a quartiere studentesco vista la vicinanza con l’Università La Sapienza, ma i costi di vita dell’area attorno Piazza Bologna sono rimasti per lo più quelli di un tempo.
Ma in questo piccolo regno accessibile a tutti non erano solo le persone del quartiere a riempire la sala, Grazie alla scelta del palinsesto assolutamente vario e di qualità da punto di vista culturale, e con la sola apertura della sala per quattro giorni in una settimana, l’afflusso di pubblico proveniva anche da altri quartieri della città, in alcuni casi fin dalla lontana Viale Marconi ed oltre. Ma a nulla sono valse le iniziali proteste. Il nuovo parroco, pur non pubblicando un bilancio a giustificazione delle sue parole, imputa proprio alla gestione della sala inizialmente una perdita di bilancio di 30.000 euro negli anni passati, per poi correggere il tiro aumentandone la perdita che a suo dire ammonta a 50.000 euro per una sala che aveva negli spettacoli tutte le poltrone occupate.
La mobilitazione è stata grande, grazie Pier Paolo Mocci, editore e giornalista, e Massimiliano Bruno, regista, sceneggiatore ed attore di film di successo, attraverso i social ed il passa parola hanno portato sulla scalinata della chiesa, e su tutto il marciapiede davanti l’ingresso del cinema, oltre mille persone in attesa di una risposta del neo parroco che potesse giustificare la chiusura.
Una mobilitazione, con l’inevitabile presenza di organi di stampa televisivi e su carta stampata, davvero importante per chiedere la riapertura e la ricerca di soluzioni che possano garantire la prosecuzione dell’attività culturale del cinema, il mantenimento dei posti di lavoro di coloro che da anni lavorano nel cinema e che nel tempo hanno saputo sapientemente scegliere film di richiamo, spesso ad alto contenuto sociale e culturale.
#Cinema e Fiction