Non ci sono adeguati impianti sportivi adeguati alla presenza del pubblico, questa l’insolita situazione che decreta la stop dello sport a Roma proprio nel momento di ‘rivoluzione’, ovvero nel momento in cui la pallavoro femminile vede la Roma Volley al suo ingresso nella massima serie e l’Eurobasket Roma si gioca la sua chance, la prima nella sua storia, di far riavere una squdra romana nella serie A1.
Sembra incredibile ma è così. I costi gestionali del famoso Palazzo dello sport, o palaeur che dir si voglia, sembrano spropositati per squadre che dovranno investire in vista delle prossime stagioni. E l’unico altro impianto, il Palazzetto dello sport di viale Tiziano che fu creato in occasione delle olimpiadi del 1960 come il Palaeur, che rimane chiuso per ristrutturazione. Una ristrutturazione che vede la prima delibera del comune di Roma datata 2016 (delibera di giunta n. 73 del 28.10.2016), ma con la chiusura effettiva del campo di gioco nel 2018 per rapidi lavori di rifacimento dell’impianto elettrico. Lavori che, dopo oltre 3 anni, non sono mai iniziati, chiusura che ha determinato uno stato di abbandono, un punto di non ritorno al punto tale da rendere inadeguati i lavori di ristrutturazione previsti.
Per questo, per le partite giocate in casa, le squadre impegnate in campionato, sono costrette a ripiegare su impianti sposrtivi nella regione, non sempre ubicati nella stessa provincia. E questo comporta un grave danno alle squadre, tanto in tema economico, quanti in danno non solo di immagine, ma anche di tifoserie di sostenitori al seguito.
Se ne rende conto persino la presidenza della Regione Lazio: “La Regione Lazio sosterrà i costi della trasferta dell’Eurobasket Roma, costretta a giocare fuori dalla Capitale per la mancanza di una struttura a norma. Un vero peccato per il basket, per Roma, ma soprattutto per i ragazzi che stanno realizzando un sogno” – queste le parole del Governatore che si impegna per la copertura dei costi della squadra. Un bel gesto per una regione che da anni si schiera a fianco del CONI Lazio nel progetto “CONI e Regione, compagni di sport” per portare gli sport nelle piazze, non nel periodo di pandemia ovviamente, della Regione da far scoprire ai giovani.
“É un vero peccato che la Eurobasket Roma sia costretta a giocare i playoff per la promozione in serie A fuori dal territorio della Capitale. L’unica squadra di vertice rimasta nella pallacanestro romana è vicina al miracolo sportivo della finalissima per la promozione in A1. Peccato che l’Eurobasket sarà obbligata a trasferirsi per giocare fuori Roma le due partite più importanti della stagione. Il motivo? La mancanza di un impianto con i posti richiesti dalle norme della federazione. Non poter utilizzare lo storico e bellissimo Palazzetto dello Sport di viale Tiziano, chiuso nel maggio 2018 con la promessa di una riapertura in pochi mesi ma tuttora inaccessibile, priva ormai da tempo lo sport romano di un punto di riferimento. E se non può negarsi una crisi generale del sistema sportivo, senza incassi e con sponsor ridotti, è evidente che senza un impianto sicuro, ma soprattutto economicamente sostenibile su cui poter contare, e col Palazzetto chiuso, l’unica è dover “scappare” dalla Capitale. Anche per questo la Regione Lazio sosterrà la Eurobasket Roma per le spese della trasferta, un piccolo contributo economico ma con un forte valore simbolico: il logo della Regione Lazio sarà sulle maglie della squadra romana a testimoniare il sostegno e la vicinanza di tutta la regione, oltre al dispiacere di aver dovuto privare Roma di due partite storiche, e tutte da vivere. Perché non può esistere una Città come Roma, Capitale dell’Italia, senza un impianto per lo sport cittadino” le parole di Roberto Tavani, delegato allo sport della Regione Lazio.
Scaramanticamente non vogliamo pensare a come si concluderà la stagione di basket, con il volley femminile già promossa, ma pensiamo a cosa potrà succedere nella prossima stagione di campionato, periodo futuro in cui, con la partecipazione del pubblico, un intero campionato non potrà essere giocato in casa, semplicemente perché una casa non c’è.