Non solo nella Capitale. Il litorale romano è una zona ad alto rischio contagio
Non solo a causa dei festeggiamenti alla fine delle partite che vedono la squadra azzurra protagonista nelle partite degli europei 2020.
La variante Delta del virus SARS Cov-2 è in rapida diffusione sul litorale romano così come a Roma ed in generale su tutto il territorio italico ed oltre i confini.
Il Covid ormai sembra non spaventare più. E sul litorale oltre ai vestiti, scompaiono quasi totalmente anche le mascherine protettive, quelle che fino ad oggi hanno arginato la diffusione dei droplets, le goccioline che durante la respirazione si propagano nell’aria.
I festeggiamenti hanno di fatto annullato il distanziamento sociale che in quasi due anni è stato il leitmotiv della vita di tutti i giorni.
E nell’estate sembrano scomparire giorno dopo giorno i limiti di sicurezza in una regione colorata di bianco ma che rischia davvero di ripiombare in una tonalità di colore che indica la presenza di un pericolo che ormai conosciamo bene.
I comportamenti irresponsabili non solo di ragazzi, ma anche di quegli esercenti turistici che fino a ieri lamentavano chiusure e mancati introiti potrebbero portare a ciò che il
Paese e la società civile stava cercando di evitare.
Una ricerca ossessiva quasi forzata di un divertimento che deve esserci a tutti i costi, quello di cori da stadio con parole quasi indistinguibili durante le prime ore del mattino, comportamenti forzati del ‘mi devo divertire a tutti i costi o quantomeno devo far vedere che mi diverto’ in cui i freni inibitori crollano minuto dopo minuto in azioni esibizionistiche e sguaiate.
Da una parte quindi i festeggiamenti sportivi, dall’altra locali notturni nelle cittadine balneari e sulle spiagge raggruppano gruppi festanti e festeggianti in una folla ravvicinata nell’attesa del tanto sospirato mojito o cocktail colorati da sorseggiare con amici con la musica in sottofondo.
Addetti alla security dal vestito nero, auricolare con filo a molla e spalle larghe, di fatto non hanno nessun potere nei confronti del ‘lauto guadagno’ dei loro datori di lavoro, il cui compito un tempo di ‘buttafuori’ oggi sembra essere quello di ‘buttadentro’ mentre durante il giorno le spiagge si affollano di sdraio e lettini uno di fianco all’altro.
Il vaccino sembra quindi aver dato quella dose di sicurezza in più quel ‘libera tutti’ che purtroppo non protegge dal covid ma ne attenua i sintomi. Quella bolla di protezione non c’è, e davanti alla sensazione della vita ritrovata non sembra essere importante.
Fortunatamente, pur avendo descritto una situazione al limite della logica, esistono sono anche i comportamenti responsabili. Spuntano tra le passeggiate serali nei corsi e nelle piazze mascherine tirate sul naso a protezione completa. Ragazzi ed adulti consapevoli, che ci auguriamo possano essere da traino e da modello di esempio comportamentale.
Sta di fatto che i contagi crescono giornalmente in un periodo che, raffrontato allo scorso anno, dovrebbe in realtà averne molti meno.
I telegiornali nazionali e locali giornalmente ne preannunciano l’allarme, ma oggi in televisione sembra esistere solo la finale di tennis di Berrettini e la finale di calcio allo stadio di Wembley degli europei 2020, finale ad altissimo rischio di contagio tra gli spettatori presenti, una finale da tutto esaurito, senza distanziamenti.