Alla vigilia della ripartenza del campionato ancora nessun impianto disponibile per la serie A romana sul territorio cittadino. Il comune di Roma Capitale si chiama fuori.
Alla fine si ricomincia da dove si era rimasti. Nessun impianto disponibile a Roma per i campionati di serie A dell’Atlante Eurobasket Roma in serie A2 e della Roma Volley femminile neo promossa in serie A1.
Nonostante gli accordi presi con Roma Capitale, ancora nulla di nuovo, con il Pala Tiziano ancora chiuso per lavori, e lo sarà almeno fino alla prossima primavera, ed il palasport dell’Eur che ha costi di gestione troppo elevati per poter sostenere la presenza di almeno 2000 persone del pubblico all’interno dell’impianto.
E se il campionato di Basket della scorsa stagione, nell’ultima parte dei playoff era approdato a Ferentino, da li sembra dover ricominciare il tutto. L’assessore allo sport ed al turismo Veronica Tasciotti afferma di non aver mai preso accordi per una soluzione di tipo economica che garantisse la presenza nell’impianto dell’Eur Spa delle squadre sportive.
Nessuna nuova dunque per una giunta che volge al prossimo rinnovo con le elezioni del prossimo ottobre, e che di fatto sancisce l’espatrio delle squadre fuori dal raccordo, limitando in questo modo la presenza dei tifosi al fianco della proria squadra.
Riguardo all’unica soluzone ad oggi possibile, l’uso del Palazzo dello Sport, l’Assessore afferma che “Abbiamo in ogni modo cercato di favorire incontri e soluzioni con i gestori insieme alle società per far giocare lì le due squadre”.
Un compito che di fatto relega l’attività dell’assessorato al ruolo di mediatore tra le squadre sportive e l’ente EUR. L’unica occasione che vede risorse finaziarie, è il Bando di Promozione Sportiva, un bando pubblico a cui però le due squadre non sembrano aver fin’ora fatto richiesta di partecipazione.
Vale la pena ricordare che precisamente un anno fa, il Comune di Roma, dispose il trasferimento di una realtà storica capitolina, la Lazio Nuoto, una sede nel quartiere Garbatella, chiusa forzosamente dopo 34 anni di attività agonostica e sociale. La chiusura avvenne nonostante il TAR del Lazio si fosse pronunciato contro la gara della nuova assegnazione dell’impianto da parte del Comune.
Insomma un rapporto non proprio fortunato che questa città ha con lo sport nel suo insieme, quello sport che non è visibile da migliaia di persone come quello onnipresente in televisione nel week end, ma che senza dubbio ha un grande seguito, non solo dal punto di vista della tifoseria, ma soprattutto come esempio e punto di riferimento importante per tanti, tanti giovani nei quartieri romani.