Il 27 maggio 2013 ci lasciava il “cuore matto” della canzone leggera italiana, Little Tony.
Antonio Ciacci – questo il suo nome – è stato, per eccellente continuità e per appartenenza temporale, il rappresentante di spicco della musica impregnata del boom economico e del sogno americano. La grande estate del sole rovente, i cavalloni delle onde, gli amori adolescenziali, gli abbandoni e la trascendente abilità surfistica che si sposta dallo stomaco agli occhi, ma soprattutto il Rock and Roll anni ’50, sono stati i temi trattati nelle sue canzoni, che odorano di spiaggia e speranze.
Little Tony ha iniziato giovanissimo la sua lunghissima e lungimirante carriera, al fianco di suo padre Novino – cantante e fisarmonicista nelle osterie dei Castelli romani – e dei fratelli Alberto (bassista e ideatore del riff di basso della celebre Cuore Matto) ed Enrico Ciacci (storico e ricercatissimo chitarrista degli anni passati). Ma è in Inghilterra, nel programma Boys Meet Girl, dedicato ai teenagers inglesi, che il Teddy Boy di Tivoli diventa un diamante richiesto e ammirato, anche da uno sconosciuto George Harrison, che più tardi diventerà il famosissimo chitarrista dei The Beatles.
Little Tony è stato un gancio, un tramite fondamentale tra la cultura italiana e quella americana. Il suo look di frange e brillantina, il suo modo di muoversi a tempo con il ritmo incessante della musica in quattro quarti, hanno fatto di lui un’icona che ha influenzato e contagiato generazioni di ammiratori. Il ragazzo col ciuffo, con la faccia pulita ma ribelle, sempre pronto a sfrecciare con abile strafottenza su una Ferrari o una Cadillac chilometrica. È stato il James Dean della musica italiana, tra ragazze pin-up, motociclette e occhialoni Ray-Ban. La spada nel cuore, Quando vedrai la mia ragazza, Bada bambina, Riderà, Profumo di mare, Ventiquattromila baci, sono stati “inni” di intere generazioni, che hanno inondato la penisola di note malinconiche e tenere. Le piazze e le strade del Cantagiro, i Sanremo al Casinò, le gare con Tenco e Patty Pravo, gli autori come Paoli e Battisti, hanno fatto di questo artista uno dei più amati e sempreverdi cantanti e interpreti nazionali. I “musicarelli”, che oggi fanno davvero invidia ai milionari videoclip della rete, lo hanno visto recitare tra attrici bellissime e attori storici della pellicola familiare, come Carlo Delle Piane e il compianto Ferruccio Amendola, per citarne alcuni.
Un artista, tutt’ora – a sei anni dalla scomparsa – ricordato e sempre menzionato, non solo dalle persone che lo continuano a tenerlo nel proprio cuore, ma anche da colleghi e addetti ai lavori. Il suo ciuffo a banana e quel sorriso dolce e rassicurante hanno contribuito a tracciare quell’epoca magica, dove bastava una pista da ballo per immaginarsi un mondo mai visto e ancora poco assaporato, quel mondo che non ha mai smesso di suonare un Rock and Roll con il piede sulla mattonella e questo grazie anche alla voce e al carisma di quel ‘cuore matto’ che non smette mai di battere e farci stringere in un abbraccio che profuma di un passato che spesso vorremmo, anche per un solo istante ballare ancora, o conoscere, in questo presente. Ma come diceva con speranza Little Tony, in una sua ultima apparizione sanremese… Non finisce qui.