Via dei Fori Imperiali, ore 6,45. Con pochi secondi di ritardo nel count-down prende il via la Maratona di Roma. Ancora una volta le scelte organizzative si rivelano non proprio le più opportune. Il sole rischiarisce da pochi istanti, troppo pochi, il luogo di partenza ormai simbolo di questa competizione, con il Colosseo alle spalle e piazza Venezia alla prima curva della 42km di running.
L’oscurità ha avvolto fino a pochi momenti prima tutta la fase preparatoria della competizione, colorando di luce arancio-artificiale il tracciato. L’arrivo dei 75.000 atleti iscritti, le fasi del riscaldamento, la preparazione, i momenti scaramantici e di certo, non consentendo un lavoro ottimale ai fotografi in modo da rendere accettabile la ripresa iniziale sia della cerimonia di apertura, che della gara.
Sarebbe bastato un solo quarto d’ora di ritardo sull’orario stabilito per avere una condizione sensibilmente migliore per non essere considerata una gara di running all’alba, simbolo di altre maratone romane.
Inoltre c’è da considerare che i fotografi professionisti accreditati, alcuni di loro molto esperti che seguono le maratone da decenni, sono stati allontanati dalla consueta postazione fotografica ‘centrale’ della partenza a distanza di metri dalla linea dello start. Questo ha impedendo quindi la fotografia clou, dei momenti subito successivi al via.
Insomma, sembra quasi che la maratona, gara ideata ormai 28 anni fa fa, ma da questa edizione con una nuova gestione organizzativa, abbia ancora dei punti ‘acerbi’ da affrontare e risolvere.
Venendo alla gara, il tracciato è apparso complessivamente in buono stato, con presenza di qualche buca e alcune piccole aree con condizioni dell’asfalto a ‘dorso di coccodrillo’ ma non a causa degli organizzatori.
Temperatura calda e complessivamente umida, non hanno consentito l’atteso record della manifestazione, una gara in cui anche la prima cittadina Virginia Raggi, in compagnia all’assessore capitolino allo sport Veronica Tasciotti hanno percorso simbolicamente solo poche centinaia di metri assieme agli atleti.
L’arrivo, questa volta illuminato, ha visto trionfare il keniano Clement Langat Kiprono con il tempo di 2h08’23” seguito dal tanzaniano Emmanuel Naibei in 2h08’28”. Chiude il podio l’etiope Deresa Ulfata Geleta in 2h08’42”. Primo azzurro al traguardo Michele Palamini, nel giorno del cuo compleanno, con il tempo di 2h22’47”.
Per quanto riguarda la gara femminile è la keniana Peris Lagat Cherono in 2h29’29” a guadagnare il gradino più alto del podio, seguita da Judith Jurubet in 2h30’50”. Terza posizione per l’etiope Jifar Fantu Zewude con il tempo di 2h32’02”.