Ancora un open day per il rilascio della carta di identità elettronica a Roma. Incentivi e misure straordinarie
Sembrano quasi incredibili le misure messe in atto dall’amministrazione capitolina per il rilascio delle carte di identità. Un nuovo open day per arginare un servizio che non funziona da tempo. Un sistema che rischia di far diventare straordinario quello che invece dovrebbe essere ordinario, e che l’arrivo della tecnologia ha invece rallentato il processo burocratico del rilascio della carta di identità elettronica.
Si, perché finché esisteva la carta di dentità di carta, con poche ore dalla presentazione spontanea agli sportelli si otteneva il sospirato documento, ora il problema nasce a monte ovvero dal momento della richiesta di un appuntamento con il sistema “tu passi”. E’ questo un sistema che elimina sì le attese fisiche presso l’ufficio, ma è anche vero che gli appuntamenti restano troppo estesi nell’arco temporale in base al numero massimo di appuntamenti previsti giornalmente. Ed in questo modo crescono i giorni in attesa della disponibilità fino ad arrivare addirittura a mesi.
Sarebbe lecito chiedersi: se un impiegato allo sportello anagrafico prima riusciva ad evadere 30 richieste al giorno, perché con questo rallentamento digitale ne evade ad esempio solo 3? E se la risposta che ci è stata data informalmente da un funzionario è stata quella di una procedura informatica della gestione della carta di identità elettronica (CIE) più lenta e ferraginosa risultasse veritiera, possiamo quindi ipotizzare che il collaudo della fornitura del software non ha rispettato la necessità dei cittadini o, nel caso più grave, non è stato contemplato a livello centrale. Ricordiamo infatti che il software per il rilascio delle carte di identità non è del Comune, ma fornito dal Ministero dell’Interno.
Ed ecco quindi che l’ordinario si supera con lo straordinario: i sabati e le domeniche, per cercare di recuperare un pochino di appuntamenti e snellire le attese, sono stati previsti gli open day, giornate speciali in cui, senza appuntamento, alcuni cittadini possono ottenere il proprio documento di identità.
Iniziativa senz’altro lodevole ma un ulteriore aggravio economico per l’amministrazione: personale pagato in orario straordinario festivo, forse quello stesso che anziché quelle 30 ipotetiche pratiche durante l’orario normale ne lavora sempre ipoteticamente 3. Senza contare i costi dell’apertura straordinaria di una sede amministrativa che accoglie sempre in orario festivo nelle strutture i cittadini.
Ed ancora, grazie ad un accordo sindacale, ecco la novità che punta a una nuova organizzazione del servizio presso gli uffici anagrafici: la previsione di incentivi economici per i dipendenti che emettono un numero di carte di identità maggiore dell’ordinario. Di fatto un’ulteriore spesa per l’amministrazione capitolina: dopo lo straordinario festivo per gli open day che restano comunque in vigore, ecco arrivare un aumento di stipendio per coloro che riusciranno a lavorare come succedeva in precedenza, perché sempre l’accordo sindacale siglato dai rappresentanti per il comparto funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil e da quelli delle Rsu prevede un massimo di 4 appuntamenti l’ora.