Si è tenuto questa mattina, nella suggestiva cornice della Nuvola dell’Eur di Roma, l’evento dal titolo “Ferite Digitali: il dramma invisibile delle vittime del web tra Revenge Porn e Body Shaming”, promosso nell’ambito delle celebrazioni per i dieci anni del progetto “Women for Women against Violence”. Un incontro intenso, ricco di testimonianze e spunti di riflessione, che ha acceso i riflettori su due tra le forme più devastanti di violenza psicologica online: la diffusione non consensuale di immagini intime e la derisione sistematica dell’aspetto fisico sui social.
Fenomeni apparentemente diversi, ma accomunati da una stessa radice: la cultura dell’umiliazione e del controllo. A pagarne il prezzo più alto sono spesso gli adolescenti, ancora fragili nella costruzione dell’identità, che si ritrovano catapultati in spirali di vergogna, isolamento, perdita di autostima, fino a sviluppare disturbi alimentari o pensieri autolesionistici.
L’evento, realizzato in collaborazione con Carmen Lalli, consulente per il settore Educational, è stato moderato da Elisabetta Migliorelli, vicedirettrice del TG2, che ha sottolineato l’urgenza di fare rete, nel senso più ampio del termine: “Siamo tutti connessi, legati in una rete che può essere un aiuto, ma anche una trappola. La questione non è donne contro uomini o viceversa, ma vincere e combattere insieme le avversità della vita”.
A intervenire anche Barbara Strappato, Vice Direttore della Polizia Postale, che ha lanciato un messaggio chiaro ai giovani presenti in sala: “Il revenge porn è una violenza invisibile che può colpire chiunque. I social, se usati male, diventano come roghi moderni dove le persone vengono bruciate pubblicamente. Un video intimo, una volta online, non può più essere cancellato davvero. Serve consapevolezza e rispetto, anche e soprattutto online”.
Tra le testimonianze più forti quella di Barbara Bartolotti, sopravvissuta a un tentato femminicidio e oggi fondatrice dell’associazione Libera di Vivere, che ha mostrato al pubblico le cicatrici del suo corpo e della sua anima: “Conta molto più come ci si sente dentro che come si appare fuori. La bellezza vera è sopravvivere e rinascere, anche quando il mondo ti vuole spezzare”.
Leonardo Ferrara, Capo Struttura Serialità 4 e Offerta Digitale Rai, ha presentato la serie “NUDES”, prodotta da RaiPlay, incentrata sulle esperienze drammatiche dei giovani vittime di revenge porn: “Con il linguaggio del cinema possiamo cambiare prospettiva. Raccontare storie crude e realistiche è fondamentale per parlare ai giovani e aiutarli a riconoscere i pericoli della rete”.
Accanto a lui l’attrice Sveva Alviti, protagonista della serie, che ha ribadito il valore dell’empatia: “Serve più empatia e meno giudizio. Anche un errore può diventare letale se finisce nelle mani sbagliate. Proteggere chi amiamo significa anche proteggerlo dagli effetti devastanti di una società che giudica troppo e ascolta poco”.
Il tema della consapevolezza digitale è stato ripreso anche da Aldo Di Mattia, esperto di cybersecurity e Director di Fortinet: “Internet è un amplificatore potentissimo. Un tempo certe cattiverie restavano nei corridoi scolastici, oggi diventano virali. Lo smartphone è uno strumento che va usato con coscienza: serve educazione digitale già dalla scuola primaria”.
A portare il proprio sostegno anche Beppe Convertini, attore e conduttore televisivo, volto della kermesse in onda su Rai dedicata al progetto, e Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia, da anni impegnata in campagne per la prevenzione della violenza e il benessere psicologico dei giovani.
“I giovani devono sapere che non sono soli”, ha ricordato Convertini.
“I concorsi di bellezza devono essere anche strumenti educativi. La vera bellezza è il rispetto per sé stessi e per gli altri”, ha dichiarato la Mirigliani.
L’iniziativa, ideata da Donatella Gimigliano, presidente dell’Associazione Consorzio Umanitas ETS, è realizzata in co-produzione con EUR SpA e include anche la mostra fotografica con scatti di Tiziana Luxardo, ospitata all’ultimo piano della Nuvola, con 21 gigantografie d’autore che raccontano il coraggio e la resilienza di vittime e testimonial. La mostra resterà visitabile fino al 10 aprile.




