E’ il giorno del saluto al popolare presentatore deceduto venerdì a Roma nella clinica Paideia di Roma dopo i postumi di una operazione riuscita ma le cui complicanze hanno reso fatali ciò che fatale non doveva essere.
Dopo due giorni di camera ardente ospitata nella sala della protomoteca del Campidoglio, due giorni in cui tante persone arrivate anche da lontano hanno salutato il feretro, due giorni in cui tanti attori, amici, conoscenti e politici hanno lasciato un pensiero, chi un messaggio, chi un fiore, chi una preghiera religiosa o laica, sicuramente in tanti hanno detto un grazie a Costanzo che indubbiamente ha avuto, nelle sue trasmissioni, la volonta e la caparbietà di scoprire personaggi e portarli così ad essere esposti sotto le luci della ribalta.
Personaggi nati nella sua trasmissione ultra quarantennale, nata nel 1982, che porta ed ha portato il suo nome, nata dopo i fatti di cronaca che hanno visto il popolare presentatore iscritto in una lista di associati nella loggia massonica P2 assieme a tanti potenti, politici, militari e tanti professionisti. Una macchia nella sua carriera piuttosto ingombrante da cui successivamente aveva preso le distanze, forse dopo lo scandalo Gelli, forse dopo essersi reso conto che la presenza pericolosa di interessi non leciti o riconosciuti tali da sentenze ed opinione pubblica, sarebbe stato un boomerang nei confronti del giornalista con i baffi.
Una macchia di cui aveva chiesto pubblicamente scusa ai telespettatori ma che, a rigor di logica, gli ha portato vantaggi in termini di ricrescita di popolarità all’interno di mediaset. Amico della sinistra ed amico di Berlusconi quindi una doppia veste che ha visto per Costanzo una costante crescita.
E poi ci fu l’attentato mafioso nei suoi confronti, a pochi metri dal teatro Parioli dove è nata e cresciuta storicamente la sua trasmissione nazional-popolare, quella in cui davanti
ad una orchestra ed ad un pianoforte bianco sono allineate sedie pronte ad accogliere personaggi noti e non noti, quelle sedie in cui sono nati personaggi presentati al pubblico ed alla televisione, attori, politici, filosofi, sociologi. Un attentanto mai chiarito se direttamente collegato al giornalista o un feroce avvertimento verso qualcun altro, un attentato preavvertito da scritte con vernice spray rossa a lui dirette nell’androne dello studio dell’avvocato Giorgio Assumma di via Settembrini. Attentato dinamitardo che solo per un caso fortuito non ha prodotto vittime nonostante ingenti danni ai palazzi di via Ruggero Fauro nel quartiere bene dei Parioli.
Un attentato che forse ha trasformato Costanzo in un paladino dell’antimafia nell’opinione pubblica, ed in effetti le sue posizioni pubbliche al riguardo sono sempre state dure e dirette, riabilitandolo definitivamente non solo dalla loggia massonica ma anche dalla partecipazione di tre neonazisti applauditi in sala dal pubblico presente nella sua puntata del Costanzo Show dedicata al fenomeno del nazifascismo del 5 novembre 1991.
Il Maurizio Costanzo Show principalmente, puntate speciali a parte, è stato un pot-pourri di personaggi che si sono fatti strada nel tempo, altri che si sono poi rivelati esaltati e fuori di testa ed altri rimasti nell’oblio dopo un colpo di flash. Ma Costanzo indubbiamente ha cercato di ricreare o meglio, perfezionare, un nuovo tipo di televisione, il talk show, un salotto culturale settimanale da dare in pasto al pubblico in una televisione commerciale sempre più avvolta di porporina ed effetti scintillanti e luci da varietà i cui contenuti sono scesi sempre di più di qualità per il piacer dell’audience e della pubblicità.
Ma a prescindere da tutto Maurizio Costanzo è stato universalmente presente nel piccolo schermo, 4.480 puntate in 42 edizioni della sua trasmissione.
Tantissimo il seguito popolare, tale da proclamare il funerale solenne nella chiesa degli artisti di piazza del Popolo a Roma. Una piazza non gremitissima come ci si aspettava, su cui è stato montato sul lato destro del sagrato un maxischermo. Una chiesa al contrario gremita di volti noti entrati lateralmente nella chiesa senza la consueta passerella a favor di telecamera e di media presenti ma sopratutto lontani dai tanti presenti curiosi venuti sì per il funerale, ma anche per vedere i VIP, che hanno accolto con un applauso l’arrivo del feretro dall’ingresso nella piazza.
Polizia e carabinieri in alta uniforme a salutare il feretro e tante facce tristi, tanti giovani sicuramente appassionati dei talent creati dall’ultima delle quattro mogli del giornalista-presentatore, ma anche donne in età più avanzata, alla spasmodica ricerca di volti tra la folla.
L’uscita del feretro accompagnato dalla sigla di Canale 5 vede la moglie con il figlio stringersi mentre la bara rientra nel carro funebre ed il pubblico tributare un ultimo applauso, quello che tante volte ha chiuso in oltre quarant’anni le sue trasmissioni.