A Roma negli ultimi giorni è ripresa una attività sommersa. Numerose sono ancora purtroppo le persone che sono fuori dalle proprie abitazioni. Molte sono le macchine a mattina a circolare, perché sicuramente non tutti possono fare o non sono tecnologicamente organizzati per quello che prima si chiamava telelavoro ed oggi con il più di moda smart working si intende il lavoro da casa.
Ma è lecito chiedersi, attorno a Roma, nei paesi che ormai potrebbero costituire una vera e propria estensione della capitale, la regolamentazione derivante dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, dalle ordinanze del Presidente della Regione Lazio, e circolari ministeriali è ugualmente rispettata?
La nostra redazione ha inviato due giornalisti a rendersi conto di persona della situazione reale, a Guidonia, un comune di 90.000 abitanti a pochi chilometri dalla città. Rapportando la cittadinanza su un territorio senza dubbio più ristretto, le strade appaiono molto più vuote, nonostante sia stato esaminato il corso principale e l’arteria principale che attraversa la cittadina.
Le immancabili code ordinate delle persone con il carrello a distanza di sicurezza, in attesa del proprio turno per l’ingresso nei supermercati della zona, sono state in realtà le uniche persone avvistate per le strade mentre la quasi totale l’assenza di veicoli, può essere più facilmente giustificabile in un’area comunale in cui l’uso dell’automobile è meno frequente avendo una vita sociale che ruota su un territorio sensibilmente più limitato.
Senza dubbio Guidonia è un luogo in cui il contesto sociale e la socialità dell’intero paese si concentra generalmente nel centro cittadino che si estende tra la stazione centrale e la sede del municipio, ma in nessun luogo, fortunatamente, sono state evidenziate quelle che invece a Roma iniziano ad essere purtroppo ‘prassi’ e sono costituite da uscite per fare la spesa, corsa sotto casa o il consueto giro per i bisogni degli animali domestici. Brava Guidonia !