Per la prima volta in 15 anni, l’iconico volo di Olympia, l’aquila simbolo della Lazio, non ha accompagnato i tifosi biancocelesti allo stadio Olimpico. Durante la partita contro la Real Sociedad, i 35.000 spettatori presenti non hanno potuto assistere a quello che è diventato un rito tanto amato dal pubblico, soprattutto dai più piccoli. Alla base di questa assenza, il licenziamento del falconiere spagnolo Juan Bernabé, che da giorni si trova al centro di una polemica accesa con il presidente Claudio Lotito, e la mancanza di una nuova aquila per sostituire Olympia.
Bernabé, proprietario di Olympia, è stato allontanato dalla società dopo aver condiviso sui social immagini e video di un’operazione di protesi peniena a cui si è sottoposto, contenuti che hanno suscitato il disappunto di Lotito e della tifoseria organizzata della Curva Nord. Nonostante le scuse avanzate dal falconiere nei giorni scorsi, la frattura appare insanabile.
“Non mi hanno chiesto niente. Ma se il presidente Lotito dovesse farsi avanti, si potrebbe trovare un accordo. Per me la Lazio è la tifoseria. Senza aquila si toglie un sogno ai bambini”, ha dichiarato Bernabé, che continua a vivere nella stanza 125 del centro sportivo di Formello, trincerandosi dietro un certificato medico e senza aver avuto un confronto diretto con il presidente.
Lotito, dal canto suo, non sembra intenzionato a tornare sui propri passi. “Bernabé va nelle scuole con bambini di 9 e 10 anni e ha fatto un danno alla Lazio”, ha affermato il presidente, che considera l’episodio un grave colpo all’immagine del club.
La Lazio avrebbe già individuato una possibile sostituta per il ruolo di falconiere: si tratterebbe di Monica, una donna di Tolfa, ma il problema resta la mancanza di una nuova aquila, visto che Olympia è di proprietà esclusiva di Bernabé. Lo stesso falconiere ha espresso il suo rammarico per i tifosi: “Sono in pena per loro, soprattutto per i bambini. Non credo sarebbe facile accettare un’aquila che non sia la loro aquila. Non si può cambiare un simbolo così facilmente”.
La disputa tra Lotito e Bernabé ha assunto toni sempre più personali. Il falconiere, raggiunto al telefono, ha attaccato duramente il presidente biancoceleste: “Era qui, a pochi metri dalla mia stanza, e nemmeno mi ha chiesto come stavo. Penso sia una vergogna, visto che il presidente è anche senatore e la Costituzione tutela il diritto alla salute”. Bernabé ha poi ricordato un episodio significativo del passato: “Quando è stato eletto, abbiamo festeggiato in foresteria. Lui disse una cosa molto bella: Io sono un uomo che tiene una corazza. Ma dietro questa corazza c’è un cuore. Ecco, è ora di mostrarlo questo cuore”.
La questione resta aperta e complicata, con la tifoseria che assiste impotente alla faida tra Lotito e Bernabé. Il simbolo del club, che dal 2010 volava sull’Olimpico in occasione delle partite della Lazio, rischia di restare lontano dal suo pubblico ancora a lungo. Nel frattempo, Lotito prosegue la ricerca di una nuova aquila per preservare una tradizione che, al di là delle polemiche, rappresenta un legame speciale tra la squadra e i suoi tifosi.