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#Cronaca #In evidenza cronaca

Non si placano i casi legati al film Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa. Docente del liceo Kennedy insulta un collega

Samuele Carrino, protagonista del film Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa - Piccioli

foto: Riccardo Piccioli

 

Nel liceo Kennedy di Monteverde Vecchio, a Roma, si è scatenato un nuovo caso che sta sollevando ampia indignazione: una docente ha inviato una serie di messaggi WhatsApp offensivi a un collega, il quale ha deciso di denunciare tutto alla dirigenza scolastica. Le frasi, contenenti insulti omofobi e pesantissime ingiurie, sono arrivate dopo una proiezione e un dibattito sul film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” di Margherita Ferri, ispirato alla storia di Andrea Spezzacatena.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 19 dicembre, quando alcune classi del Kennedy hanno assistito alla proiezione del film presso il cinema Sacher, in un evento moderato dal giornalista e critico Riccardo Tavani. Nel corso del dibattito, il professore è intervenuto invitando gli studenti a fidarsi dei propri docenti e a condividere con loro eventuali difficoltà personali. Ha poi raccontato la storia di un suo ex studente che, dopo il diploma, gli aveva rivelato il desiderio di intraprendere un percorso di transizione.

A quel punto, secondo quanto riferito dallo stesso docente, una sua collega ha preso la parola per sottolineare a più riprese le fragilità delle nuove generazioni, considerate a suo avviso “incapaci di affrontare le difficoltà della vita”. Quando Tavani ha menzionato il tema del patriarcato, la professoressa ha tentato di nuovo di intervenire, ma non le è stata concessa la parola per dare spazio ad altri. Nel video registrato dagli studenti, si vedono alcuni momenti di tensione, con la docente che arriva a spintonare il critico. L’episodio si è concluso con l’intervento del personale del cinema, che ha cacciato via i presenti dichiarando: “La finiamo qua”.

Subito dopo l’episodio, il professore ha dichiarato di aver ricevuto una raffica di messaggi via WhatsApp da parte della collega, in cui compaiono offese estremamente gravi: “Vi rovino tutti, fr..i de m…a”, “Pedofilo infame”, “Dio vi farà pagare finché crepate, spero in una sofferenza atroce” ed altre ingiurie.

L’intensificarsi di questi messaggi, circa 30 in pochi giorni, ha spinto il professore ad informare la dirigenza del liceo, inviando gli screenshot delle conversazioni a testimonianza delle ingiurie ricevute.

Fonti interne al Kennedy riferiscono che la scuola ha già avviato “passi formali per approfondire l’accaduto” e permettere alla docente di fornire la propria versione dei fatti. Nel frattempo, il professore è circondato dalla solidarietà di molti colleghi, genitori e studenti, sia attuali che ex. Diversi rappresentanti dell’istituto hanno espresso ferma condanna verso qualsiasi episodio di violenza verbale e atteggiamenti discriminatori.

Sul caso è intervenuto anche Rosario Coco, presidente di Gaynet, ricordando l’importanza di una solida educazione alla sessualità e all’affettività all’interno delle scuole, “per gli studenti e per gli adulti”. Secondo Coco, è fondamentale che l’ambiente scolastico sia preparato ad affrontare e prevenire episodi di discriminazione, bullismo e omofobia.

Durante la proiezione del film, “il Ragazzo dai Pantaloni Rosa” alla Festa del Cinema di Roma, dedicata alle scuole nello scorso mese di ottobre, siamo stati direttamente testimoni di episodi di bullismo in sala da parte di studenti, in un film di denuncia, tatto da una storia vera. Episodi che non sono stati arginati durante la proiezione dai docenti accompagnatori e che, con il loro silenzio, hanno reso ancora più crudo e vergognoso l’episodio sminuito poi con il termine “bravata da ragazzi”.

Manifestazioni dolorose queste che indignano una società fondata sul rispetto reciproco e che purtroppo vediamo nascere proprio attraverso occasioni di denuncia sociale che, attraverso la settima arte, dovrebbe invece sensibilizzare ed essere un momento di discussione.

Rispetto a questo ultimo singolo episodio di violenza verbale, la dirigenza del liceo Kennedy vuole fare luce sull’episodio, così da stabilire responsabilità e possibili provvedimenti disciplinari. In un periodo in cui la scuola è spesso al centro del dibattito sociale per tematiche come il bullismo, il benessere psicologico degli studenti e la tutela dei diritti civili, questa vicenda mette in risalto la necessità di ambienti educativi sicuri, inclusivi e privi di discriminazioni.

Il professore del Kennedy, destinatario di minacce, dal canto suo, ha dichiarato di voler portare avanti il messaggio di accoglienza e ascolto che da tempo caratterizza il suo modo di fare didattica, sperando che quanto accaduto diventi un’occasione per aprire un confronto più ampio sul rispetto reciproco e sulla promozione di una cultura dell’inclusività all’interno delle scuole. Nel frattempo, si attende l’esito delle azioni intraprese dalla dirigenza, che ha assicurato la massima attenzione e trasparenza nella gestione del caso.