L’Esilio Di Georg Gänswein: da Roma a Friburgo
L’ex segretario personale di Benedetto XVI, Georg Gänswein, ha avuto un’inattesa deviazione dal suo esilio imposto. Invece di dirigersi direttamente a Friburgo, si è fermato a Bregenz, dove ha ordinato sacerdote il diacono Marton Héray. Gänswein è noto per la sua vicinanza al clero più tradizionalista, un fatto che ha sorpreso molti, inclusa la curia di Friburgo, che lo aspettava a braccia aperte.
L’esilio di Gänswein, dopo 28 anni a Roma, è un evento senza precedenti. Nessun arcivescovo è mai stato allontanato dal Vaticano senza un incarico specifico. Gänswein, che compirà 67 anni a fine luglio, ha ricoperto ruoli di grande importanza nella Chiesa, tra cui segretario di un pontefice e prefetto della Casa Pontificia. Tuttavia, il suo ritorno a Friburgo è stato accolto con freddezza, sia dal clero che dai fedeli.
Questo è dovuto in parte all’ambiguità della sua situazione attuale. Nonostante abbia un alloggio e uno stipendio da arcivescovo, non ha un incarico ufficiale. Questo ha causato preoccupazioni e sconcerto tra i membri del clero e la comunità cattolica di Friburgo, soprattutto perché l’arcidiocesi è attualmente alle prese con una crisi di abusi sessuali.
Oltre 250 sacerdoti sono stati accusati di violenze sessuali, con oltre 540 presunte vittime dal 1945. Due ex arcivescovi di Friburgo, Oskar Saier, deceduto nel 2008, e Robert Zollitsch, ex presidente della Conferenza Episcopale tedesca, sono stati anche indagati: per entrambi ci sono incontrovertibili prove che abbiano insabbiato alcune denunce. In un caso, in particolare, la commissione parla di “insabbiamento programmato”.
L’attuale arcivescovo Stephan Burger ha dovuto fare ammenda e chiedere perdono pubblicamente per gli errori commessi durante la sua gestione.
Nel frattempo, Friburgo ha visto una fuga di massa di fedeli dalla Chiesa cattolica. Nonostante ciò, ci sono molti che ammirano Gänswein per il suo servizio a Papa Benedetto XVI. Tuttavia, il suo noto conservatorismo rischia di isolarlo all’interno di un clero e una comunità cattolica progressista che chiedono profonde riforme.
L’esilio di Gänswein è stato interpretato come una punizione per il tentativo di contrapporre Papa Benedetto XVI a Papa Francesco. Come simbolo della sua posizione conservatrice, potrebbe ritrovarsi isolato anche nel suo paese natale.
Dopo essere stato per quasi tre decenni una figura di rilievo nella Chiesa, ora Gänswein si ritrova in un difficile limbo. Nonostante sia stato mandato a Friburgo, non gli è stato assegnato alcun incarico ufficiale. Questa situazione di incertezza potrebbe durare all’infinito, una punizione severa per aver tentato di seminare discordia tra i pontefici.
Questa situazione è un duro monito che anche la misericordia può essere spietata.