Iniziato attorno le 22,30 un corto circuito ha innescato l’incendio dove passavano condutture del gas
Solo ipotesi quelle avanzate dagli inquirenti a poche ore dall’incendio del Ponte dell’Industria, noto a tutti i Roma come Ponte di Ferro. Un incendio durato poche ore, ma che ha ridotto la struttura inagibile. Due ore di incendio scandite da scoppi e grida del pubblico che guardava inerme la struttura prima bruciare e poi in parte crollare, ma grida anche di coloro che trovavano abitualmente rifugio proprio sotto quel ponte.
I vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme ma purtroppo una struttura della fiancata laterale del ponte, un tempo ponte ferroviario, è crollato nel Tevere sottostante. Nell’acqua di un fiume già inquinato sono infatti caduti numerosi frammenti nonché proprio tutta la fiancata laterale che sicuramente creerà problemi, se non rimossa in tempo, in vista delle prossime pioggie che incrementerà la portata del flusso fluviale in direzione ponte Marconi.
Le Ipotesi
Diverse le ipotesi che sono state formulate nelle ore successive. Da un incauto fuoco acceso dai senza dimora per riscaldarsi nelle prossimità di una contestuale fuga di gas, fino a quella forse più accreditata attribuita ad un corto circuito. Quello che è certo complice lo stato di incuria che da troppo tempo pervade su questa struttura costruita circa 160 anni fa. Già nel febbraio del 2013 un rogo partito dalle baracche adiacenti colpì il ponte, senza dubbio con un esito meno distruttivo risptto all’attuale situazione.
Impossibile al momento fare ipotesi sui tempi di ripristino della viabilità ordinaria. Un ponte che è molto importante in quanto collega due quartieri popolosi, quello dell’Ostiense con quello di Viale Marconi, importante arteria commerciale di questo quadrante cittadino a ridosso di Piazzale della Radio, ma anche il più breve collegamento con nosocomi romani San Camillo Forlanini e lo Spallanzani, ospedali questi allo stato attuale in prima linea nella lotta contro il Covid-19.