ROMA – Non sono soltanto gli ingorghi attorno, lamentati da Papa Francesco in occasione dell’Immacolata ieri a Piazza di Spagna, a mettere alla prova la pazienza dei romani. Nel quadrante nord-est della Capitale, infatti, da giorni il traffico sembra letteralmente paralizzato, con disagi che ricadono direttamente sulle migliaia di automobilisti costretti a lunghi tempi di attesa.
Uno dei punti nevralgici della crisi viaria è via di Portonaccio, dove un’intera carreggiata resta chiusa per lavori. Un intervento che pesa in modo significativo sulla circolazione, considerando che da quest’area si diparte uno snodo fondamentale: lo svincolo per la Tangenziale Est. Questa arteria di collegamento, strategica per consentire il passaggio tra via Tiburtina e via Prenestina, due vie romane di primaria importanza, vede quotidianamente transitare decine di migliaia di veicoli. Con i cantieri attivi, il flusso si inceppa, generando code interminabili e una sensazione di immobilità per chi tenta di attraversare la zona.
Non stupisce, dunque, il malumore dei residenti e dei lavoratori della zona. Chi vive nei palazzi affacciati su via di Portonaccio denuncia da tempo l’assenza di un presidio costante della Polizia Locale. “Non si vedono mai vigili,” raccontano i residenti, sottolineando un senso di abbandono e impotenza. A non mancare, al contrario, sono le persone che chiedono l’elemosina ai finestrini delle auto ferme, rallentando ulteriormente un traffico già compromesso. L’assenza di un’adeguata gestione del flusso veicolare, unita all’opera dei cantieri, rende così la viabilità urbana sempre meno sostenibile.
La città, già sotto pressione per i preparativi del Giubileo del 2025, mostra evidenti segni di sofferenza. Come sottolineato dagli esperti, un simile congestionamento si traduce inevitabilmente in un aumento degli agenti inquinanti, con conseguente rischio di limitazioni alla circolazione e chiusure ecologiche periodiche. L’equilibrio tra la necessità di rinnovare infrastrutture e adeguarle alle esigenze del futuro, e il rispetto della vivibilità quotidiana, appare dunque ancora lontano. Roma, imbrigliata in cantieri che dovrebbero migliorarne l’aspetto e la funzionalità a lungo termine, sta pagando un prezzo alto in termini di qualità della vita e di mobilità urbana.
Nel frattempo, i romani – automobilisti, pendolari, residenti e lavoratori – continuano a incassare. In attesa di una soluzione efficace che consenta di respirare, letteralmente e metaforicamente, un’aria più leggera nel traffico della Capitale.