Le polemiche dei giorni scorsi sul patrocinio della Regione Lazio non attenua la partecipazione al Gay Pride romano
Negli ultimi anni, Roma si è guadagnata una reputazione sempre più solida come una città che abbraccia e celebra la diversità. E non c’è evento che rappresenti meglio questa mentalità aperta e accogliente della comunità LGBTQ+ di Roma che il Gay Pride. Sembra non saperlo il neo governatore Francesco Rocca, che ha negato il patrocinio alla storica manifestazione romana per un ‘reato di pensiero’, ovvero la richiesta di regolamentare la maternità surrogata per coloro, non solo gay, bisex, transex, che non possono averne una in modo naturale.
Nelle ultime ore prima della manifestazione il governatore, in una recentissima intervista al TG1 della RAI ha dichiarato: “Devo chiedere scusa a me stesso per essere caduto nella provocazione”. Ed aggiunge che sente di doversi scusare anche “con coloro che andranno in piazza per rivendicare la loro libertà di amare, il diritto di essere felici, di essere accettati di non essere condannati come avviene in altri Paesi. Mi dispiace non essere con loro per celebrare l’orgoglio di un’identità, questo mi addolora”. Paole forse in qualche modo riparatrici, ma che senza dubbio non mettono un punto alla discussione civile che ha alimentato gli ultimi tempi.
Un milione di persone in piazza secondo gli organizzatori, davvero tante. Non si vedeva una partecipazione così sentita dalle manifestaioni oceaniche della pace degli anni ’80. Tantissimi giovani, generazioni nuove, audaci, intraprendenti, e senza dubbio decise in ciò che vogliono, una energia che si è snodata lungo il centro capitolino da piazza della Repubblica al Colosseo. Ormai ci si perde nei nomi di ciò che si sente dentro, una specie di appello fatto per definire le proprie scelte sessuali. Senza dubbio il sesso è la parte importante, ma non è la più importante. Conta ciò che si sente dentro, conta ciò che si vuole della propria vita. E forse l’altissima adesione è stata anche una risposta politica al governatore del Lazio, una partecipazione che ha visto anche una opposizione partecipare per sfilare al fianco di coloro che si sono sentiti ostacolati nelle proprie libertà da uno schieramento politico.
Il Gay Pride è diventato un momento di grande importanza per la città, un’occasione per dimostrare il sostegno e l’amore per la comunità LGBTQ+. Questo evento annuale è una festa di colori, musica e sorrisi che attraversa le strade di Roma, attirando migliaia di partecipanti da tutto il mondo. Madrine di questa edizione, che prende il nome di “Queeresistenza” e si tiene come di consueto il secondo sabato di giugno, le cantanti Paola e Chiara con la loro hit “Furore” proclamata inno della manifestazione.
Il Roma Pride 2023 è un evento diffuso. Infatti, non c’è solamente il corteo che attraverserà il centro di Roma, ma ci saranno anche altri eventi e palchi collegati. Per esempio il villaggio “La Pride Croisette” alle Terme di Caracalla, che proseguirà la festa fino al 18 giugno con dibattiti, presentazioni, spettacoli ed uno spettacolo a Capannelle nell’ambito della manifestazione Rock in Roma, con un concerto delle madrine Paola e Chiara Iezzi, organizzato da Muccassassina.
Ma nelle strade del centro tanta musica provenienti da ognuno dei carri, presenti anche quelle delle delegazioni olandesi ed inglesi, che lentamente percorrono le strade cittadine. Ogni carro ha i suoi dj-set ed i suoi gruppi di giovani che lo circondano, sfumature diverse dei una sessualità che non vuole rimanere ingabbiata nelle logiche politiche. Tanti giovani dicevamo prima, ma una folta presenza di persone di tutte le generazioni. Persone, perchè ognuno è una persona ed in quanto tale libera, con le proprie idee, che formano gruppi, capannelli, spezzoni di corteo: una moltitudine di cultura espressa mano nella mano, o nelle forme più estreme e colorate, dal succinto abigliamento in pelle con perizomi, fino ai vestiti più complessi ed elaborati delle drag queen. Un vero e proprio spettacolo questo di Roma che attraversa paesaggi storici della capitale.
L’obiettivo principale del Gay Pride è quello di promuovere l’uguaglianza e i diritti delle persone LGBTQ+. Durante la parata, si possono vedere bandiere arcobaleno sventolare orgogliosamente, simbolo di speranza e solidarietà. Le persone di tutte le età e le identità di genere si uniscono per marciare insieme, mostrando che l’amore non ha limiti con carri allegorici allestiti appositamente per l’occasione, quest’anno circa 35. Tra gli altri, saranno presenti i carri di Cosmopolitan, Disney, Famiglie Arcobaleno, Procter&Gamble, Durex, American Express, Ben&Jerry’s, ovvero una parte degli sponsor della ventinovesima edizione della parata dei diritti Lgbtqia+.
Ma il Gay Pride di Roma non è solo una parata festosa. È anche un’occasione per affrontare le sfide e le discriminazioni che ancora persistono nella società. Durante l’evento, si organizzano panel di discussione, conferenze e workshop per sensibilizzare e educare la popolazione sulle questioni LGBTQ+. Si tratta di un momento di condivisione delle storie e delle esperienze, un’opportunità per promuovere l’accettazione e combattere l’omofobia.
La città di Roma, con la sua storia millenaria e la sua ricchezza culturale, fornisce una cornice unica per il Gay Pride. I monumenti storici e le piazze della città diventano scenari perfetti per celebrare la diversità e l’inclusione. Roma diventa un luogo in cui tutti possono esprimere se stessi liberamente, senza paura di essere giudicati o discriminati.
Il Gay Pride a Roma non è solo un evento della comunità LGBTQ+, ma coinvolge tutta la città. Le attività commerciali, i ristoranti e i locali si uniscono per offrire supporto e creare un’atmosfera festosa. La comunità stessa si mobilita per garantire che l’evento si svolga senza intoppi, dimostrando ancora una volta che Roma è una città aperta e accogliente per tutti.
Il futuro del Gay Pride a Roma sembra brillante. L’evento continua a crescere di anno in anno, coinvolgendo sempre più persone e ottenendo un’attenzione sempre maggiore. Questo non solo dimostra che la società sta progredendo verso una maggiore accettazione e uguaglianza, ma anche che Roma è diventata un faro di speranza e inclusione per la comunità LGBTQ+.
In conclusione, il Gay Pride a Roma è molto più di una semplice parata colorata. È un momento di celebrazione, di lotta per i diritti e di unione tra persone provenienti da tutto il mondo. Roma si conferma come una città che abbraccia la diversità e che lavora costantemente per costruire un futuro migliore per tutti.