Ci sono tante speranze nel post Covid-19, la più importante di tutte al momento è la ripartenza. Ripartenza del turismo, ripartenza delle attività, tutte le attività, il mantenimento della sicurezza sanitaria, ed il mantenimento delle norme sanitarie, civili e morali indispensabili proprio in questo momento di ripartenza.
Il litorale romano sembra riuscire al superamento, seppur in parte.
Muovendosi a poche decine di minuti da Roma abbiamo preso come punto di riferimento la cittadina di Anzio. Luogo strategico per gli imbarchi verso Ponza, ma cittadina che ben risponde alle esigenze di famiglie e dei tanti giovani.
Da località ancora tranquilla, forse troppo tranquilla per le attività commerciali, durante la settimana del mese di luglio, il numero di presenze sembra moltiplicarsi esponenzialmente nel fine settimana, come d’altronde accade in tutti i luoghi turistici, mettendo in movimento ed alla prova la capacità massima ricettiva della cittadina laziale.
Ciò che spicca all’occhio è una buona risposta nell’utilizzo di presidi di protezione personali in giovani e meno giovani, la maggior parte dei quali infatti indossano le mascherine anche per una piccola passeggiata nel sentro città, o sul lungomare della riviera di ponente, fino a giungere alla villa di Nerone completando il triangolo della ‘movida’ portodanzese.
Discorso a parte la gioca uno spettacolo su Piazza Giuseppe Garibaldi, spettacolo divertente, ma con l’assenza per il terzo giorno consecutivo dell’unità sanitaria non presente nei paraggi dell’evento. Nessuna traccia nelle immediate vicinanze del luogo dello spettacolo, e nessuna traccia nelle vie circostanti, nonostante la presenza di autoveicoli della polizia locale a presidiare la sicurezza e l’accesso alla piazza stessa.
Sul corso del Popolo ovvero la strada del porto dove sono alcune attività di ristorazione, rispetto alle passate stagioni il numero dei tavolini adibiti alle attività di ristorazione si sono moltiplicati, senza constatare una maggior distanza tra i vari tavoli. Se le autorizzazioni ai nuovi ‘dehors’ sono state date per far fronte ad un numero di tavolini posti a maggior distanza, questi ultimi invece sono difatti rimasti quasi gli stessi, per utilizzare i nuovi spazi con nuovi tavolini per avere un maggior risposta ricettiva, una pratica che sembra andare contro le disposizioni sanitarie dopo l’emergenza Covid-19 che ricordiamo è tutt’ora in corso. Nella capitale nel frattempo, a Piazza Bologna, per lo stesso problema sono stati chiusi locali, ed emanate multe ai clienti per oltre 8.000 euro.
In aggiunta a tutto questo, dal punto di vista dell’igiene alimentare, i dehors sono posti sul lato opposto della strada dove sono posti alcuni ristoranti, ed i camerieri sono costretti a fare lunghi tratti per attraversare la strada con i piatti in vista, non coperti da protezioni, e farsi spazio tra la folla di persone che passeggiano sul porto.
E se la sicurezza, l’igiene e la prevenzione sanitaria in questo momento storico devono essere messi al primo posto, dal’altro lato sicuramente c’è bisgogno anche di uguaglianza di trattamento e di possibilità anche per coloro che, per motivi di spazio, non possono estendere oltre quanto in precedenza consentito, ulteriori spazi commerciali per riuscire al allargare, questa volta correttamente, il proprio spazio commerciale, per far fronte ad un vedo distanziamento tra i tavoli per far si che il turismo possa ripartire, essere sicuro anche nei luoghi di villeggiatura, e ridistribuirsi equamente tra i ristorantini del litorale. La vera ripartenza, nasce proprio dalla sicurezza e dal benessere del turista.