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#Cronaca #In evidenza sito

La solidarietà di Roma all’Ucraina: migliaia di persone a Piazza dei SS Apostoli

Manifestazione Guerra Ucraina

Manifestazione Guerra Ucraina

foto: Riccardo Piccioli

Roma dice no alla guerra. La Rete italiana Pace e Disarmo contro l’occupazione russa

Migliaia di persone hanno manifestato oggi a Roma in Piazza dei Santissimi Apostoli nonostante le previsoni di pioggia e vento teso. Un vento teso che ha soffiato sulle bandiere sindacali, su quelle delle associazioni pacifiste su quelle dell’ANPI ma soprattutto sulle bandiere della pace e quelle ucraine. Un ‘No alla guerra per una Europa di Pace’ fermo e deciso ed il dissenso all’occupazione russa nel territorio ucraino.

Hanno tra l’altro manifestato al fianco della Rete italiana Pace e disarmo, Acli, Agesci, l’Arci, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Rete degli studenti medi, Fiom Cgil, Legambiente, Lega per i diritti dei popoli, Associazione per la Pace, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Link Coordinamento Universitario, Emergency, Artisti resistenti, Cgil, Anpi. Alla manifestazione hanno aderito anche i centri sociali romani, tutti uniti sotto lo slogan “Tutti in piazza per la pace” per condannare fermamente l’azione russa e chiedere “uno stop immediato delle ostilità”.

Tanti i cartelli di dissenso, ad iniziare da quelli in vernacolo di Trilussa, per proseguire con i tanti cartelli di pace ed antimilitaristi soprattutto quelli che hanno ribadito il primo concetto espresso dagli organizzatori della manifestazione: la protezione umanitaria dei civili.

La Rete, si legge nel comunicato stampa, “esprime la massima solidarietà alle popolazioni coinvolte e sostiene tutti gli sforzi della società civile pacifista in Ucraina e Russia per arrivare ad una cessazione immediata delle ostilità e poi intraprendere una strada di vera Pace e riconciliazione”. E l’assurdità della guerra è stata ribadita dal palco da Maurizio Landini, Luigi Sbarra e da Ivana Veronese, rispettivamente segretari di CGIL, CISL e UIL i cui interventi, decisi e fermi sono stati pronunciati  dal palco da cui a malapena si riusciva a vedere il fondo della piazza.