Missioni Don Bosco, guidata da Don Antùnez, è l’anima del XXX Concerto di Natale. Cocciante: “Cultura è chiedersi l’origine delle cose, per dare delle risposte”.
Il vero protagonista del XXX Concerto di Natale, dedicato alla Pace, è Don Daniel Antùnez. Il presidente di Missioni Don Bosco non canterà, né reciterà monologhi sabato 17 dicembre, in occasione dello spettacolo musicale organizzato all’Auditorium di Via della Conciliazione. Ma se tanti artisti sono pronti a farlo è proprio per promuovere le opere di bene che la congregazione salesiana porta avanti, in Italia e nel mondo, oramai da un secolo e mezzo. “La nostra emergenza è la pace, in Ucraina e non solo. Senza pace nel cuore degli uomini, i tanti conflitti di questa Terza guerra mondiale a pezzi, come la chiama il Papa, non potranno mai finire”.
Nella sala Guglielmo Marconi presso la sede di Radio Vaticana, con il patrocinio di Missioni Don Bosco, la Fondazione del dicastero pontificio per la Cultura, Roma Capitale e Associazioni Fonografici Italiani (AFI), venerdì 16 dicembre la fondatrice di Prime Time Promotions, Stefania Scorpio, ha introdotto la presentazione dell’ultima edizione del tradizionale concerto natalizio. Organizzato per la prima volta nel 1993, con l’obiettivo di raccogliere fondi per finanziare la costruzione di nuove chiese nell’Urbe, oggi lo spettacolo musicale si prefigge lo scopo di sostenere le attività di beneficenza che i Salesiani conducono in Italia, come in oltre 130 Paesi nel mondo.
Il primo tra questi, per volere dello stesso Giovanni Bosco nel lontano 1875, fu l’Argentina. La terra d’origine di Don Antùnez, a capo di Missioni Don Bosco dal 2021. Il religioso, assieme ad Antonio R. Labanca in rappresentanza dell’Ufficio stampa della Missione, l’artista Riccardo Cocciante e due fra gli ospiti internazionali che si esibiranno all’Auditorium, lo svedese d’origine curde Darin e l’israeiliano Kayma, hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione dello spettacolo musicale. Presenti in sala anche Eliana Tumminelli, in arte NaElia, e Veronica Kirchmajer, due delle giovani vincitrici della seconda edizione del Christmas Contest, la competizione canora giovanile patrocinata dalla Fondazione del dicastero pontificio per la Cultura. Le due ragazze si esibiranno sabato sul palco dell’Auditorium, assieme a Felicity Lucchesi.
Don Daniel, affabile nei modi ma chiaro con le parole, in un italiano fluente dal timbro inconfondibilmente argentino, ha illustrato obiettivi e metodi delle missioni salesiane diffuse in tutto il mondo. “Noi siamo lì – ha spiegato Antunèz – dove serve portare la speranza e conforto. Non solo nelle terribili zone di guerra, come oggi in Ucraina. Le Missioni danno sostegno a coloro che vivono il dramma di una crisi umanitaria, sia questa causata da carestia, da malattie oppure dalle grandi migrazioni. I più deboli sono i più piccoli: i bambini”. Rinomato è l’impegno degli oratori salesiani. Come per tanto tempo in Italia – dove l’istituzione parrocchiale ha formato tante generazioni di nostri connazionali, perdendo tuttavia la propria centralità negli ultimi decenni – così l’oratorio oggì è un punto di riferimento in tanti luoghi del “Sud del mondo”.
Un Sud non necessariamente geografico. A cui oggi appartiene l’Ucraina, segnata da un conflitto prima latente e poi frontale con la Russia. “Don Maksim Ryabhuka, salesiano di rito greco-cattolico – ha specificato il capo ufficio stampa delle Missioni, Labanca – avrebbe voluto essere qui con noi, ma a breve sarà insignito del titolo di vescovo ausiliario di Donetsk. Non poteva lasciare il suo Paese, un’area per giunta sotto occupazione russa, correndo il rischio di non poter tornare subito indietro. I fondi raccolti per mezzo del Concerto contribuiranno a finanziare la costruzione di un bunker presso la Casa intitolata a Maria Ausiliatrice, a Kiev. Un luogo per resistere e difendersi dagli orrori della guerra. Ma anche di speranza. Perché dopo il conflitto il rifugio diventerà un teatro: un luogo di aggregazione e comunità”.
Riccardo Cocciante, e a sorpresa il brillante Maestro Adriano Pennino, direttore dell’Orchestra Italiana del Cinema, sono intervenuti in conferenza a nome degli artisti che parteciperanno all’evento, che sarà condotto da Federica Panicucci e vedrà la partecipazione anche degli attori Elena Sofia Ricci, Bianca Guaccero e Leo Gullotta. Tanti i generi musicali rappresentati, diverse le generazioni e le origini degli interpreti; tra questi, anche il tenore Josè Carreras, Fiorella Mannoia, Gigi D’Alessio e il sassofonista Jimmy Sax. “Non vorrei dire delle banalità – si fa serio Pennino, dopo qualche battuta con i giornalisti – dire delle banalità, come si rischia di fare quando si parla della guerra. Però, pensare che noi siamo qui a discorrere amabilmente, mentre da qualche altra parte ci sono persone che soffrono sotto le bombe… è una cosa tanto dura da accettare, quanto assurda”.
Gli fa eco Cocciante. Il cantante di origine vietnamite, dopo aver regalato ai presenti una breve ma commossa interpretazione musicale incentrata sui temi del vivere e del morire (“Non sono bravo a parlare, preferisco esprimermi pubblicamente sempre per mezzo della musica”), durante e soprattutto dopo la conferenza ha confidato tuttavia le sue emozioni nel partecipare a questo evento.
“Noi siamo qui per dare una mano per quel che possiamo, consapevoli che la guerra e la pace sono due elementi della condizione umana. Sempre bisogna cercare di risolvere i conflitti e solo per mezzo del dialogo e della cultura ciò è possibile. La cultura – ha sottolineato Cocciante – è ciò che permette agli esseri umani di sollevarsi, di progredire, come hanno saputo fare nel corso della propria storia. La musica costituisce una parte fondamentale della cultura ed è un linguaggio a sé, che va al di là delle parole. Cosa canterò sabato? Una canzone sul tema dello stare insieme e una dedicata ai clandestini. Il nostro è un tempo difficile. Ci sono conflitti etnici, di religione. Ma non bisogna mai dimenticare che è proprio grazie alle migrazioni, di corpi e di idee, pure se a prezzo di contrasti e sofferenze, che la cultura si è arricchita per divenire migliore. Si pensi alla storia della musica. Senza la canzone popolare, senza la musica afro-americana ad esempio, un genere anche di contestazione e denuncia, oggi la musica non sarebbe la stessa. Bisogna sempre chiedersi l’origine delle cose, chiedersi perché e studiare”.
Il concerto sarà trasmesso il 1 gennaio su Canale 5: nella data dedicata al Giorno della Pace e non, come da tradizione, la sera della Notte di Natale. Per donazioni alla campagna dei missionari salesiani “La nostra Emergenza è la Pace”, dal 17 dicembre al 6 gennaio: https://www.missionidonbosco.org/news/il-concerto-di-natale-in-vaticano-per-la-pace.