Presentato questa sera a Roma, in proiezione riservata, Civil War di Alex Garland. Con un cast eccezionale composto da Kirsten Dunst, Wagner Moura, Cailee Spaney, Stephen McKinley Henderson, Sonoya Mizuno e Nick Offerman, il lavoro emerge come un film destinato a dividere e provocare.
“Civil War” naviga le acque tumultuose della nostra epoca, affrontando temi di bruciante attualità con un approccio che rifiuta la semplificazione. In un periodo storico segnato da conflitti ravvicinati, sovranismi e la minaccia costante alla democrazia, Garland sceglie di esplorare l’incertezza dominante, senza prediligere una narrazione vittoriosa. La pellicola diventa così uno specchio dei nostri tempi, riflettendo la difficoltà di categorizzare gli eventi storici in maniera netta mentre si stanno ancora svolgendo.
Contrariamente a quanto alcuni possano pensare, “Civil War” non si focalizza esclusivamente sulla caduta degli Stati Uniti o sulla guerra civile interna, ma allarga il suo sguardo verso le dinamiche globali e le conseguenze umane e sociali dei conflitti. Il film segue la storia di Lee (Kristen Dunst) e Joel (Wagner Moura), due giornalisti che, insieme a una giovane fotografa e un veterano del giornalismo, intraprendono un viaggio periferico e pericoloso attraverso un’America dilaniata dal caos.
In “Civil War”, i veri protagonisti sono i giornalisti, coloro che osano sfidare il pericolo per testimoniare la verità. Attraverso loro, Garland rende omaggio al giornalismo d’inchiesta, una professione sempre più minacciata eppure essenziale per la salvaguardia della democrazia. La pellicola esplora la complessità del loro ruolo in un mondo dove la verità è spesso messa in discussione o manipolata.
Garland conferma il suo stile regista-autore con “Civil War”, un film che si distacca deliberatamente dalle convenzioni narrative per abbracciare una poetica visiva e sonora unica. Attraverso una miscela di realismo e simbolismo, il regista crea un’atmosfera angosciante che cattura lo spettatore, portandolo a riflettere sulla fragilità delle nostre società. La scelta di mantenere una narrazione aperta, senza erigere un giudizio morale univoco sui personaggi o sugli eventi, sottolinea la volontà di invitarci a una riflessione più profonda e personale.
“Civil War” rappresenta un importante contributo al cinema contemporaneo, non solo per la sua capacità di intrattenere ma anche per il suo coraggio nel sollevare questioni difficili senza offrire soluzioni semplicistiche. In un’epoca di polarizzazione e incertezza, il film di Garland ci sfida a guardare oltre le apparenze, a riconoscere la complessità delle dinamiche storiche e sociali, e a riflettere sul nostro ruolo come cittadini di un mondo in continua evoluzione. Un’opera che, seppur divisiva, merita di essere vista e discussa per il suo audace tentativo di dialogare con il presente.