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Sono un tifoso dei libri e vi dico: Compriamoli in libreria!

Sono un gran tifoso dei libri. Mio padre era dirigente di una casa editrice, mia madre professoressa di italiano. La mia compagna fa la libraia (vabbè quando finirete di leggere qualcuno dirà lo fa per questo, beh vedere da vicino come stanno le cose mi aiuta). Immaginatevi dunque la gioia con cui, ogni anno, vado alla Nuvola dell’Eur per passeggiare fra i banchi di Più libri Più Liberi, la tradizionale Mostra mercato dell’editoria indipendente. Qualche volta mi è pure capitato di parlare in qualche evento, ricordo anche le primissime edizioni, quelle al Palazzo dei Congressi. Allora la Mostra era soprattutto un posto dove avresti trovato ciò che in libreria neanche arrivava: storie locali, biografie di personaggi di nicchia, editori di cui non si conosceva l’esistenza.
Con gli anni, la Mostra è diventata più grande, più cool, più alla moda. Si sgomita per trovare i 45 minuti che ti fanno dire “ci sono anche io”. E, incredibile ma vero, file interminabili, scuole, circoli di lettura.
Tuttok allora ? Non tanto. Con gli anni ho conosciuto anche il rovescio della medaglia. Penso a quelle librerie vuote, soprattutto in periferia, già ferite dall’offensiva di Amazon. Penso che questo è il periodo dell’anno in cui si vendono più libri perché a Natale il fascino di questo oggetto resiste. Penso alle tante volte che in questi anni abbiamo letto di chiusure dolorose, di sfratti, di traslochi che quando va bene compromettono però il rapporto dei libri con i quartieri e i territori che abitano.
Così ho fatto un sogno. Un sogno semplice semplice. Era un giorno di dicembre inoltrato. E venivo a sapere che era nata una nuova, gigantesca mostra del libro. Niente più un solo posto che aspira risorse e fa concorrenza ai piccoli esercizi commerciali. No, una mostra moltiplicata 100: ogni libreria indipendente che ospita uno o più eventi e file interminabili all’improvviso mentre si va in giro per la città. Una gigantesca rivincita del piccolo sul grande.
Poi mi sono svegliato. Il sogno è finito. Più prosaicamente così ho pensato di scrivere queste righe. E di consigliare a tutti, quelli che andranno a Più libri Più Liberi e quelli che neanche la conoscono: fate una cosa, regalate uno o più libri: cercate la libreria più vicina a casa, vedrete che spesso ci sono al banco delle persone perbene, che sanno ascoltare, chiacchierare, consigliare. Non è escluso che ci scappi un caffè, una risata, un ricordo condiviso, una conoscenza in comune. Forza, vincete la pigrizia, per carità va bene il viaggio all’Eur, la nuvola di Fuksas, i dibattiti con gli scrittori in testa alle classifiche. Ma anche quelle vetrine addobbate con discrezione ed eleganza, quelle copertine che vi guardano spesso nel silenzio, quelle persone che fanno i salti mortali per farti trovare il libro ordinato il prima possibile, meritano la vostra attenzione. Le librerie sono come i libri: devono durare. Non bastano pochi giorni l’anno di ricchi premi e cotillon. E allora viva il libro. Ma anche, soprattutto, viva le librerie.