Il Cimitero Monumentale del Verano, situato nel quartiere Tiburtino, è uno dei luoghi più significativi della memoria collettiva romana. Le sue origini risalgono al periodo dell’occupazione francese (1808-1814), quando le nuove normative cimiteriali vietarono le sepolture all’interno delle chiese. Il nome “Campo Verano” deriva dall’antica gens Verani, una famiglia senatoria dell’epoca repubblicana, proprietaria dell’area. Questo sito è stato un luogo di sepoltura per almeno venti secoli, come attestano le catacombe di Santa Ciriaca, e rappresenta un punto d’incontro tra la storia romana e la diffusione del culto cristiano, testimoniato dalla presenza della Basilica paleocristiana di San Lorenzo.
I lavori per la costruzione del cimitero iniziano nel 1811, su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier, ma vengono interrotti pochi anni dopo, nel 1814, con la Restaurazione, periodo in cui si torna a seppellire i defunti all’interno delle chiese. È solo negli anni Trenta dell’Ottocento, sotto il pontificato di Gregorio XVI (1831-1846) e per volere del cardinale vicario Carlo Odescalchi, che vengono promulgate nuove normative cimiteriali e i lavori riprendono.
Nel 1837, l’epidemia di colera asiatico, che causa oltre 13.000 morti a Roma, rende ancora più urgente la necessità di ampliare il cimitero. Tuttavia, quando nel 1846 Pio IX sale al soglio pontificio, il Verano si presenta ancora come un vasto terreno parzialmente recintato, con semplici tombe a pozzo e una cappella lignea. Il nuovo pontefice, deciso a modernizzare la città con opere pubbliche di grande impatto, affida la sistemazione definitiva del cimitero all’architetto Virginio Vespignani, che realizza importanti interventi.
Sotto la guida di Vespignani, il Verano subisce una radicale trasformazione: la vecchia cappella lignea viene sostituita con la chiesa di Santa Maria della Misericordia, consacrata nel 1860. L’architetto progetta il Quadriportico, sistema l’area del Pincetto e della Rupe Caracciolo, e realizza l’ingresso monumentale. Nel tempo, il cimitero viene progressivamente ampliato attraverso l’acquisto di terreni adiacenti, con nuovi lavori affidati agli architetti Agostino Mercandetti e Gioacchino Ersoch.
Tra il 1880 e il 1906, il Verano si arricchisce ulteriormente con l’apertura dei reparti israelitico e acattolico, la costruzione del forno crematorio, dell’edificio per le autopsie e del serbatoio idrico dell’Acqua Marcia. Nel 1928, viene inaugurato l’Ossario per i caduti romani della Prima Guerra Mondiale, progettato da Raffaele De Vico, che si era aggiudicato il concorso sei anni prima.
Uno degli eventi più drammatici della storia del cimitero avviene il 19 luglio 1943, quando il Verano viene pesantemente colpito dai bombardamenti alleati, che devastano l’intero quartiere di San Lorenzo. Il Quadriportico, in particolare, subisce danni ingenti e viene ricostruito nel 1947. Nel dopoguerra, l’area dell’Ampliamento vede la costruzione di nuovi edifici, portando il cimitero alla sua configurazione definitiva.
Il Cimitero Monumentale del Verano non è solo un luogo di sepoltura, ma un vero e proprio museo a cielo aperto, in cui si susseguono monumenti sepolcrali realizzati dagli artisti più rappresentativi della seconda metà dell’Ottocento e del Novecento. Il paesaggio, caratterizzato da viali alberati e da un’alternanza di tratti collinari e pianeggianti, accoglie tombe e mausolei in stili diversi, dal Liberty al gotico, dal neoclassico al modernismo.
Per valorizzare e preservare questo patrimonio, la Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma si occupa della catalogazione scientifica delle opere, dell’approvazione dei progetti di restauro e della promozione culturale del Verano.
Negli anni, sono stati realizzati numerosi interventi di manutenzione e restauro volti a preservare il patrimonio storico e artistico del Cimitero Monumentale del Verano. Tra questi, si annovera il recupero della torretta nord dell’ingresso monumentale e del monumento a Virginio Vespignani, l’architetto che contribuì alla realizzazione del cimitero. Particolare attenzione è stata dedicata anche al monumento all’avvocato Augusto Cataldi e alle lapidi commemorative dell’incisore Paolo Mercuri, del sacerdote Luigi Santarelli e dell’architetto Francesco Vespignani, tutte sottoposte a un accurato restauro.
Un altro intervento significativo ha riguardato il monumento a Goffredo Mameli, situato lungo il viale dell’ingresso principale, riportato al suo splendore originario. All’interno del Quadriportico, sono stati consolidati e restaurati alcuni importanti elementi artistici, tra cui la pellicola pittorica della lunetta della tomba Stampa Soncino, il monumento alla poetessa Erminia Fuà Fusinato e quello dedicato al pittore Tommaso Minardi.
Il restauro ha interessato anche il monumento al generale Pietro Roselli, la tomba di Rosalia Montmasson Crispi e il sepolcreto dedicato ai caduti della Resistenza tra il 1943 e il 1944. Inoltre, è stato recuperato il monumento alle Vittime dell’Aventino, un simbolo della memoria storica della città.
Infine, un intervento particolare ha riguardato il ripristino della colonnina telefonica, installata nel 1946 dalla Teti durante le riprese del celebre film Germania anno zero di Roberto Rossellini, in collaborazione con AMA.
Dal 2003, l’ingresso monumentale ospita il Centro di Documentazione e Catalogazione del Cimitero Monumentale del Verano, allestito in occasione del 60° anniversario del bombardamento di San Lorenzo.
Il Cimitero Monumentale del Verano non è solo un luogo di memoria, ma un patrimonio artistico e storico che appartiene a tutta la comunità e custodisce ciò che rimane dei tanti illustri ospiti romani e nonnche hanno scelto questo posto come luogo di sepoltura.