Come si preparano e come vivono la stracittadina due tifosi accesi da una passione, ma in curve contrapposte.


Non è solo un gioco. Non è solo un avvenimento sportivo. È un concentrato di folklore, passione, coinvolgimento emotivo e sociale. Alcuni appuntamenti sportivi fanno parte della cultura di massa. E il derby di Roma è uno di questi. Una partita che ha sempre regalato emozioni fortissime (sul campo e fuori), capace di scaldare l’animo dei tifosi per settimane intere. Prima e dopo la partita. Le emozioni sono un processo complesso articolato in più componenti, hanno un decorso temporale e sono attivate da stimoli interni o esterni. Anche il prossimo sarà un derby speciale e stimolatore di emozioni come soltanto i derby possono esserlo. I colori, la storia, i ricordi, l’attesa, le aspettative, le pressioni, il durante e il dopo. Soprattutto il dopo, che può essere splendido o terribile. Mai neutro. Perché il derby colpisce a livello sentimentale ed è impossibile per i protagonisti restare indifferenti. Infatti, le emozioni che scaturiscono da questo evento sono davvero un turbinio e lasciano il segno. Cambiando anche l’umore e il vissuto dei tifosi che vivono intensamente questa passione.
Un derby, il prossimo, che sarà speciale anche per via del peso che il risultato avrà nell’economia della stagione: potrà provocare un’accelerazione nel percorso che porta in Europa. Per entrambe. Ogni tifoso vive la stracittadina a modo suo ma c’è un elemento che accomuna tutti: l’attesa. I giorni che precedono la partita sono un crescendo di tensione e aspettative, in grado di coinvolgere emotivamente milioni di persone. Oltre al risultato sul campo, il derby lascia un’impronta duratura. Le discussioni al bar, le analisi post-partita, i ricordi di vittorie indimenticabili o sconfitte brucianti fanno parte di un rituale che si ripete ogni volta. È un’esperienza che unisce le persone anche nella rivalità. Le bandiere, i cori, i colori, gli striscioni, le coreografie nascoste il più possibile, raccontano storie di appartenenza e trasformano lo stadio in un palcoscenico dove ogni elemento ha un significato profondo. Il fascino del derby risiede nella sua imprevedibilità. In questi incontri, la classifica e il valore delle squadre spesso passano in secondo piano: tutto può succedere.
Ed è proprio questo che vorrei farmi raccontare da due giovani tifosi, con tanti anni di derby vissuti, la maggior parte dei quali tifando dalle due curve contrapposte. I due tifosi sono Francesco (R), 30 anni, romanista, abbonato in Curva Sud e Fabrizio (L), 38 anni, laziale, abbonato in Curva Nord. Nessuno dei due fa parte dei cosiddetti “gruppi”. Quindi, il vissuto dei due tifosi è chiaramente e strettamente legato alla loro sfera personale.
Cos’è il derby per te?
- R) Sinceramente per me è quasi una partita come le altre e, meglio ancora, durante la stagione sono semplicemente sei punti da conquistare. Per quante riguarda le coppe non commento (risolino in aggiunta). Per il prossimo ci sarà anche la novità del ritorno ad una partita in notturna. Si vede anche da questo che noi tifosi più appassionati siamo diventati più bravi (il non verbale descrive altro. Come dargli torto visti anche gli ultimi avvenimenti di domenica scorsa a Lecce con i tentativi di contatto da parte dei tifosi locali?).
- L) Il derby non è una partita come tutte le altre. È una partita ricca di significato, che spesso a Roma rappresenta la partita dell’anno. Appena esce il calendario della serie A, subito si va a vedere la data del derby. C’è poi una grande differenza tra il derby in casa e il derby in trasferta: il derby in casa rappresenta una giornata di festa, l’apoteosi dei colori della tua squadra del cuore, ma io in realtà preferisco quello in trasferta. Il derby in trasferta è il derby del vero tifoso, il derby degli abbonati, di coloro che ci sono sempre. Il derby in cui dovrai gridare e sostenere la tua squadra oltremodo poiché sei in minoranza numerica.
Mancano pochi giorni al derby, puoi dire se già ci pensi e cosa provi?
- R) Sale l’ansia, ma non come in passato. (Faccio notare che in precedenza aveva detto che era una partita come le altre). Infatti, l’ansia è uguale alle altre partite. Oggi nel derby si è perso qualcosa anche nello sfottò, ma capisco che sono cambiati i tempi e soprattutto la visione del calcio in generale.
- L) Ovviamente già ci penso. Ho guardato Atalanta-Lazio un po’ svogliato, un po’ scarico, non troppo concentrato e anche se prima del derby ci sarà una partita di Europa League, nella testa del tifoso il tarlo del derby già si fa strada. Nei prossimi giorni le emozioni si accentueranno e la vita di tutti i giorni ne verrà inconsciamente influenzata. Vivo e lavoro a Roma e ho modo di incontrare persone di ambo le parti, ognuno farà un commento a riguardo, una battuta, un pronostico; chi con più fierezza, chi con scaramanzia. Io sono calcisticamente un pessimista cosmico e vivrò questa settimana più abbottonato possibile, combattendo con i miei mostri da solo, senza far trasparire nulla.
Prova a raccontare la tua giornata derby: dal risveglio all’arrivo allo stadio.
- R) Dipende. Di solito mi preparo con calma come per qualsiasi altra partita e per andare in zona stadio un po’ prima del solito. Una volta sono partito direttamente da scuola che stavamo facendo l’occupazione, purtroppo andò male quella volta. L’attesa all’esterno dello stadio è più lunga delle altre partite ed è più gradevole con qualche birretta tra amici. Mi seccano in particolar modo le file esagerate per entrare in ogni filtro di controllo, ai tornelli e le varie perquisizioni.
- L) La mia giornata del derby la dovrebbe raccontare la mia compagna e le persone che mi sono vicino. Coglierebbero delle sfumature particolari che io, preso dal mio esaurimento, non riesco.Mi sveglio prestissimo ma non per volontà né per abitudine. Mi sveglio perché sto male, perché sento la partita, perché sono un fiume in piena. Passano le ore e la tensione sale, i battiti aumentano e divento irascibile. Mi chiudo sempre più in me stesso, faccio fatica a parlare con gli altri, mangio poco, pochissimo (cosa insolita per me), il mio orologio segna il triplo dei passi già a mezzogiorno. Si avvicina l’orario della partita, scelgo con cura quale maglia indossare (ne ho una settantina), non ho particolari scaramanzie, mi preparo ed esco con almeno tre ore di anticipo. Mi incontro con i soliti amici di sempre, sono anni che andiamo allo stadio assieme, beviamo qualcosa per smorzare la tensione e ci rechiamo allo stadio.
Sei entrato in Curva, la tensione aumenta…
- R) L’alcool pure, inizio ad insultarli! Quei colori lì di fronte mi irritano! Saluto i fratelli giallorossi intorno…sempre gli stessi. Mentre lo stadio si va riempiendo, aumentano i cori e l’adrenalina comincia a farsi sentire. E c’è bisogno di berci su. Inizia il lavoro preparatorio per la coreografia e il “saliscendi” per tenere esposto qualche striscione (talvolta non so nemmeno cosa c’è scritto). Si comincia a fare le prove per la voce che dovrà arrivare bella carica fino alla fine. Domenica giochiamo in trasferta e dovremo aumentare i decibel per far sentire la nostra voce.
- L) File, perquisizioni e poi si entra. Salgo a fatica le scale, sono già cotto a puntino, raggiungo il mio posto da più di dieci anni. Saluto gli altri tifosi che come me sono ben schierati nelle solite posizioni e mi siedo a scrutare ogni particolare che mi possa trasmettere qualche buona sensazione. Lo stadio pian piano si riempie, inizio a cantare a squarcia gola, finalmente si schierano le squadre in campo.
La cornice meravigliosa dello stadio Olimpico, le tifoserie sempre molto calde che regalano coreografie mozzafiato e la tensione altissima del match, regalano sempre spettacoli che poche altre gare possono vantarsi di dare. Sei dispiaciuto di dover vedere sempre “dopo” la coreografia della tua curva?
- R) Non molto dal momento che negli ultimi anni non è più il nostro punto di forza (be’, veramente proprio negli ultimi derby in Sud si è rivista una coreografia degna degli anni passati, ndr). Anche se gli ultimi derby non ho visto tutto questo spettacolo nemmeno dall’altra parte. In genere ho sempre preferito bandiere, torce e bomboni.
- L) Partono le coreografie e spessissimo mi trovo coperto dalla nostra, dall’odore acre dei fumogeni. È un tourbillon di colori, di odori, di emozioni, Il derby inizia e io sono già stanco morto. Cerco di vedere dai maxischermi le due coreografie ma le immagini non rendono, sarebbe un sogno solo per una volta essere dall’altra parte per vederla dal vivo, è l’unica cosa che invidio veramente a loro, godono di uno spettacolo fantastico.
Prova a visualizzare la fine della partita, il ritorno a casa, i giorni seguenti: come ti senti? Il risultato quanto incide sul tuo umore e per quanto tempo?
- R) Se perdo un derby di campionato il giorno dopo ci penso di più, se vinco penso direttamente alla prossima partita. La differenza tra noi e loro è proprio questa, li abbiamo sempre considerati una squadretta senza alcun motivo apparente e soprattutto sportivo. Ci sentiamo superiori contando sui numeri che loro non potranno mai avere. Sappiamo bene che chi tifa Roma non perde mai! La stanchezza prevale con ogni risultato: sembra di aver partecipato ad una maratona.
- L) Indubbiamente il risultato influenzerà sia il ritorno a casa che i giorni successivi. Sarò stanco morto in entrambi i casi ma la felicità o meno mi farà vivere la serata in maniera differente. Dormirò come un bambino e il giorno dopo sarò pronto a mettere l’armatura per difendermi dopo una sconfitta o indosserò il mio miglior sorriso di scherno in caso di vittoria aspettando un minimo input per esplodere tutta la mia gioia. Comunque vada per un paio di settimane a Roma non si parlerà di altro e come dice il proverbio, chi vince esulta e chi perde spiega. Sarà proprio così fino al prossimo derby, e non cambierà nulla, sarà sempre lo stesso spettacolo!
Sono più di venti anni che vado al derby, ne ho vinti, ne ho persi, e ogni volta che ne arriverà uno vivrò le stesse emozioni, gli anni passano ma in questo non sono maturato per niente. Non tutti lo capiranno, alcuni penseranno che sia matto, che siamo matti, ma il derby è anche questo e va bene così.
Cor core acceso… da ‘na passione undici atleti Roma chiamò…
…La domenica sempre ci fai compagnia, con le bandiere al vento e un tuffo in fondo al cuore…
…Core de ‘sta città, unico grande amore, de tanta e tanta ggente, che fai sospirà…
…buona emozione a tutte e a tutti!



