La Roma della prima metà del XVII secolo è stata dominata per un ventennio da Papa Urbano VIII Barberini. Proveniente da un’importante famiglia toscana, era asceso al soglio di Pietro nell’agosto del 1623. Il suo pontificato fu caratterizzato da importanti committenze, che hanno donato all’Urbe straordinarie bellezze, la maggior parte delle quali affidate a Gian Lorenzo Bernini, il suo artista prediletto. Tra i lavori minori realizzati dal Bernini ricordiamo la Fontana delle Api, che dal 1915 è collocata all’imbocco di via Veneto, ma all’inizio era addossata a Palazzo Soderini. E’ costituita da una conchiglia bivalve con tre api posizionate sopra tre bocchettoni dell’acqua. Le api facevano parte del simbolo araldico della potente famiglia del papa ed erano andate a sostituire i tafani, considerati insetti meno nobili.
La fontana presenta un’iscrizione: “Il Sommo Pontefice Urbano VIII, costruita una fontana a pubblico ornamento dell’Urbe, a parte fece fare questo fontanile per uso dei cittadini nell’anno 1644, ventunesimo del suo pontificato“. Sembrerebbe che all’inizio il testo riportasse come anno di pontificato il ventiduesimo, poiché da lì a poco il papa avrebbe festeggiato questo nuovo traguardo. Allora il Pasquino, una delle cosiddette statue parlanti di Roma, ebbe subito da ridere: “Havendo li Barberini succhiato tutto il mondo, ora volevano succhiare anche il tempo!”. Per porre fine alla polemica, il cardinale Francesco Barberini fece modificare il numero da XXII a XXI, ma la correzione non bastò, perchè si cominciò a vociferare che il nipote stesse augurando allo zio di non raggiungere il ventiduesimo anno di pontificato. Effettivamente papa Urbano VIII Barberini morirà qualche giorno prima dell’anniversario, che il popolo romano avesse avuto in qualche modo ragione? In questi casi meglio credere nelle coincidenze!
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