Quando si parla di Barocco convenzionalmente pensiamo all’opulenza, a chiese di grandi dimensioni, riccamente decorate con stucco dorato, ma non sempre gli architetti del tempo si sono mossi in questa direzione. Un esempio lampante è la chiesa di San Carlino alle quattro fontane costruita su progetto di Francesco Borromini, su incarico del cardinale Francesco Barberini, nipote di Urbano VIII Barberini, per l’ordine dei Trinitari.
Borromini avrebbe dovuto costruire: una chiesa, un chiostro ed un convento in uno spazio ridotto con un budget limitato. L’architetto riuscì a rispondere perfettamente alla commissione, edificando una chiesa grande tanto quanto un pilastro sorreggente la cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano. Di pianta mistilinea, la chiesa è coperta da una cupola ovale in laterizio, scandita da una decorazione in stucco comprendete croci, esagoni e ottagoni. L’ambiente, privo di ricche decorazioni in marmo, è nobilitato attraverso il sapiente uso dello stucco. Il bianco regna incontrastato, rendendo l’ambiente sobrio e luminoso. Anche il piccolo chiostro, di forma ottagonale, sviluppato su due livelli, vede il bianco come grande protagonista.
Al di sotto della chiesa è collocata una cripta, in cui sarebbe voluto essere seppellito Borromini, cosa che non avverrà, poiché troverà eterno riposo nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini.
La facciata, concava e convessa, sarà una soluzione adottata a più riprese nella carriera dell’artista, che non vedrà l’ultimazione dei lavori in quanto morirà suicida nel 1667, lasciando incompiuti anche altri progetti.
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