La storia di Tor Marancia affonda le sue radici negli anni ’30 dello scorso secolo, quando a causa dei lavori di sventramento avvenuti nel centro storico di Roma, che causarono la distruzione di molte abitazioni, si sentì la necessità di costruire un nuovo quartiere per ospitare gli sfollati. La vita a Tor Marancia non sarà facile, a causa della mancanza di servizi, ma anche per le continue inondazioni del Tevere, che valsero al posto il soprannome di Shangai.
Attualmente quando si sente parlare di questo quartiere si pensa subito alla Street Art, poiché nel 2014, il lotto con ingresso da viale di Tor Marancia n. 63, è stato protagonista del progetto di riqualificazione urbana Big City Life. Le facciate degli edifici divennero le superfici in cui 22 street artists, nazionali ed internazionali, espressero la loro arte con tecniche e stili differenti. Ad ogni murales è legata una storia particolare, spesso venuta a conoscenza dell’artista in loco, altre volte è strettamente connessa al tessuto sociale e storico del quartiere.
A dare il benvenuto al lotto ci pensa “Welcome to Shangai” dell’artista cinese Caratoes, l’unica a non dipingere una facciata di una palazzina per paura dell’altezza. Invita ad entrare nel lotto “Il bambino redentore” di Seth, un bambino rappresentato di spalle su una scala che sembra sbirciare la vita degli inquilini delle case. Il murales è ispirato alla storia del piccolo Luca venuto a mancare per un incidente mentre stava giocando.
Si affacciano lungo il Viale di Tor Marancia anche: “Percezione” di Vhils, un occhio gigante realizzato scalpellando la facciata di una palazzina, l’unica opera realizzata togliendo e non aggiungendo materiale e “Il peso della storia” dell’argentino Jaz, in cui un lottatore argentino porta sulle spalle un lottatore italiano, che rappresenta il peso della storia.
All’interno del lotto si possono ammirare: “Elisabetta”, che porta il nome della signora la cui mano è stata disegnata da Baudelocque sulla palazzina. Di Gaia è “Spettacolo Rinnovamento Maturità” in cui compare anche una clementina, scambiata dagli abitanti per un’arancia e quindi inizialmente convinti che fosse un richiamo al nome del quartiere. A vegliare sul lotto ci pensa “Nostra Signora di Shangai” di Mr Klevra, mentre ad Alberonero si deve una facciata con tanti riquadri colorati. Lek & Sowat omaggiano l’Italia con il loro “Veni Vidi Vinci” un’alterazione del famoso “Vedi Vidi Vici” di Giulio Cesare, in cui l’ultima parola è stata modificata per ricordare Leonardo Da Vinci. Moneyless rappresenta attraverso segmenti di circonferenze il vento, invece SatOne è stato ispirato per la sua “Cascata di parole” da una discussione avvenuta tra due condomini. Danilo Bucchi realizza il suo “Assolo” con delle siringhe con non poche difficoltà e Reka si lascia ispirare per la sua “Natura morta” da un pranzo di famiglia a cui prese parte nel lotto. Domenico Romeo con “Alme sol invictus” vuole esortare alla vita mentre Clemens Behr gioca invece con le geometrie nel suo “Senza titolo”. Pantonio porta un passaggio di balene e pesci su una facciata, chiamando l’opera “Ponentino”, come il vento che lo accarezzava mentre lavorava. “Hic sunt adamantes” è il lavoro di Diamond, in cui il drago ricorda Shangai e la donna con il diamante in mano simboleggia Roma, che stringe il suo tesoro tra le mani. Jerico invece ricorda Van Gogh e Michelangelo nel suo “Distanza uomo natura”. Guido Van Helten in “Io sarò” ha riprodotto con lo spray la foto di una giovane abitante del quartiere negli anni ’30, mentre Best Ever sono stati gli unici a trattare il tema dell’amore con “Piramide”, in cui un uomo e una donna si abbracciano.
Non più visibile è l’opera effimera “Ordine e disordine” di Matteo Basilé, un’affissione di carta stampata al plotter, in cui veniva rappresentato l’artista cinese Ai Wei Wei, ribattezzato simpaticamente dagli abitanti il “ciccione cinese”.
Infine, Brad Downey ha deciso di partecipare al progetto in maniera differente, spostando l’attenzione all’interno delle abitazioni, proponendo a quattro famiglie, di cui tre hanno accettato, di risolvere un problema che avevano nel proprio appartamento.
Per comprendere fino in fondo la bellezza, i colori, l’atmosfera che si respira a Tor Marancia, un vero e proprio museo a cielo aperto, bisogna concedersi il tempo di visitare il lotto.
Rubrica a cura di: www.bellaroma.info