Quando si pensa al Gianicolo una delle prime cose che viene in mente è il Risorgimento e le battaglie combattute lì durante la Repubblica Romana del 1849. Questo posto in verità è noto anche per la presenza di un Tempietto, incastonato in uno dei cortile di quella che attualmente è l’Accademia Reale di Spagna, in passato un convento, conosciuto come il Tempietto del Bramante, dal cognome del suo progettista.
Il piccolo edificio, finanziato da Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona nei primi anni del 1500, è costituito da sedici colonne, con capitelli dorici sorreggenti una trabeazione scandita da metope e triglifi, che vanno a cingere una cella circolare, sulla quale s’imposta un tamburo che va a sorreggere una cupoletta, rivestita esternamente in piombo. All’interno sono custodite le sculture di San Pietro e dei quattro evangelisti. Inoltre è presente al di sotto una cripta, a cui si accede attraverso una doppia scalinata, decorata in stucco con episodi della vita di San Pietro, realizzati nel XVII secolo. Secondo il progetto originale, il Tempietto doveva essere inserito in un portico circolare, che avrebbe reso ancora più armonioso lo spazio, ma non è stato mai costruito.
Lo straordinario rapporto tra le proporzioni usate nella costruzione hanno reso l’edificio un capolavoro rinascimentale, paragonato alle grandi opere classiche dal Serlio e il Palladio.
Ma cosa ci fa un Tempietto dedicato a San Pietro sul Gianicolo? La risposta va cercata nel Medioevo, quando si diffuse la credenza che il Santo fosse stato crocifisso a testa in giù proprio nel luogo dove sorge il piccolo edificio. In realtà San Pietro è stato martirizzato nel Circo di Nerone, che se ancora tuttora esistesse occuperebbe l’area sinistra della Basilica di San Pietro in Vaticano.
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