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#Letteratura

Svevo: solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi

Dopo Primo Levi, Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi al Teatro Palladium di Roma offre un ultimo appuntamento dell’iniziativa “Ritratti di scrittori e poeti”, una rassegna di letture ed interpretazioni dei testi più significativi del panorama autoriale italiano e internazionale. Il prof. Giuseppe Leonelli, curatore dell’iniziativa, dedica ad Italo Svevo una serata speciale. La chiave della modernità di Svevo è incentrata sul suo concetto di inettitudine, considerabile come malattia o stimmate, ma anche come un dono.
La malattia, restando letteralmente se stessa, può trasformarsi in una sorta di salute negativa: fu questo, dopo la lettura di Senilità, a sbalordire James Joyce e ancor più lo humour che lievitava ne La coscienza di Zeno, romanzo che non assomiglia a nessun altro.

I temi del mal di vivere, dell’inettitudine, l’indifferenza, la non volontà, la dilatazione fantasmatica e nullificante della coscienza attraversano il romanzo a passo di danza e poi si dissolvono: nessun’altra letteratura ebbe in dono un romanzo simile a questo.

A quest’argomentazione è rivolta “Svevo: Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi”, in programma mercoledì 11 aprile alle ore 20.30: un percorso attraverso l’opera di Svevo per svelarne la particolarità e l’attualità, in compagnia dello stesso Leonelli, accompagnato al piano dal Maestro Emanuele Frenzilli. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.