Federico Pistone, giornalista noto soprattutto per le sue opere sul calcio e per la sua lunga collaborazione con le pagine sportive del Corriere della Sera, questa volta si misura con un tema completamente diverso, ma non meno affascinante: l’arte e la vita di Georges Brassens. Il libro Morire per delle idee, edito da Arcana, si presenta come un viaggio intimo e approfondito nell’universo di uno dei più grandi chansonnier francesi, offrendo ai lettori l’occasione di scoprire – o riscoprire – il genio di un artista intraducibile e inimitabile.
Pistone, che si è affermato nel panorama editoriale per i suoi libri dedicati al calcio, come quelli sulla storia dell’Inter e sui Mondiali, dimostra in quest’opera la sua capacità di affrontare con uguale passione e competenza un soggetto tanto diverso. Con uno stile sobrio ma coinvolgente, l’autore racconta Brassens senza mai scadere nell’agiografia, restituendone invece la complessità artistica e umana.
Il libro esplora l’essenza di Brassens attraverso una narrazione che intreccia la biografia del cantautore con l’analisi delle sue opere, offrendo uno spaccato autentico del suo spirito anarchico e irriverente. Nato nel 1921 e scomparso sessant’anni dopo, Brassens è stato un gigante della musica europea del Novecento, capace di racchiudere in 140 canzoni pubblicate tra il 1952 e il 1976 un universo poetico unico, fatto di ballate ironiche, eleganti, feroci e profondamente libere.
Pistone riesce a cogliere pienamente il carattere di Brassens, il cui spirito ribelle si riflette in testi che oscillano tra la critica sociale e l’introspezione personale, sempre con un tono che mescola ironia e disincanto. Canzoni come Morire per delle idee – che dà il titolo al libro – incarnano alla perfezione la filosofia di Brassens, il suo rifiuto delle certezze assolute e il suo sguardo disincantato ma lucido sulle passioni e le contraddizioni dell’essere umano.
In Italia, Brassens è conosciuto soprattutto grazie alle traduzioni di Fabrizio De André, che ha portato al pubblico italiano versioni indimenticabili di brani come Il gorilla, Le passanti e Marcia nuziale. Pistone sottolinea come l’anima di Brassens resti in gran parte intraducibile, irriducibile a qualsiasi tentativo di mediazione culturale. La sua poesia, le sue metafore e il suo linguaggio, spesso provocatorio e controcorrente, sfuggono alle etichette, rendendolo un artista davvero universale ma anche profondamente radicato nel suo contesto.
La forza del libro di Pistone sta nel suo equilibrio: da un lato, l’autore offre un quadro accurato e documentato della carriera musicale di Brassens; dall’altro, ne esplora il pensiero, le contraddizioni e la modernità, dimostrando come il suo genio rimanga attuale anche oggi. Le ballate di Brassens, con la loro miscela di anarchia, misoginia e femminismo, rappresentano una sfida al conformismo del loro tempo, anticipando con la loro irriverenza molte delle questioni sociali che sarebbero emerse decenni più tardi.
Federico Pistone riesce a fare molto più che narrare la vita di Brassens: invita il lettore a riflettere sul valore della libertà individuale, sulla critica al fanatismo e sul potere dell’arte di parlare all’anima. La prefazione di Beppe Chierici, artista e traduttore di Brassens in Italia, impreziosisce ulteriormente l’opera, aggiungendo un punto di vista personale e appassionato che ben si sposa con il tono del libro.